Sulla scuola a Catania un collasso istituzionale

Luca Cangemi, Responsabile nazionale Scuola e Università PCI
e Pina La Villa, Segretaria provinciale PCI Catania

A pochi giorni dalla ripresa delle lezioni, siamo di fronte all’esplosione di problemi drammatici che mettono in discussione l’apertura stessa dell’anno scolastico, problemi che fin dal mese scorso erano chiari e su cui nulla si è fatto.

Il Ministero dell’Istruzione ha scelto la strada della propaganda e su organici, regole, strumenti ha accumulato ritardi e scelte irresponsabili. In particolare la scelta di non rafforzare gli organici e di non stabilizzare il precariato significa che il personale, tanto quello docente quanto quello tecnico-amministrativo, è del tutto inadeguato alle esigenze e che molte posti rimarranno vacanti per settimane o per mesi, con conseguenze gravi sulle stessa possibilità di osservare le norme di sicurezze.

Pesantissime sono anche le responsabilità di Regione ed Enti Locali. La paradossale vicenda dei test seriologici ha mostrato una regione in fortissimo ritardo a mobilitare sull’avvio dell’anno scolastico le strutture sanitarie territoriali e questo è inquietante considerando che il rapporto tra scuola e strutture sanitarie sarà decisivo per garantire la sicurezza.

In quanto alla Città Metropolitana di Catania: qual è stato il suo contributo al necessario reperimento di nuove, necessarie, aule per le scuole superiori (di cui ha competenza)? La risposta è facile e sconsolante: nessuno.
Persino i cosiddetti interventi di edilizia leggera, intesi a rendere più funzionale l’esistente, sono, dovunque, in fortissimo ritardo.
La Regione inoltre non ha trovato di meglio che gettare nel caos il settore dell’assistenza agli alunni disabili, creando un’ulteriore incertezza che pesa nell’organizzazione della riapertura delle attività scolastiche.

La scuola a Catania è vittima di un autentico collasso istituzionale, in cui chi ha ruoli e competenze – dal Ministero agli Enti Locali – non ha fatto nulla di ciò che andava fatto. E adesso c’è chi pensa di cavarsela scaricando il peso di tutto su chi vive quotidianamente la scuola.

Pina La Villa nel suo intervento ha poi inoltre sottolineato il grave colpo al diritto allo studio che questa situazione rappresenta e le gravi conseguenze per tutto il tessuto sociale che ne deriveranno.

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