ELEZIONI REGIONALI, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

di PCI Liguria

Il Partito Comunista Italiano non presenterà una propria lista alle prossime elezioni regionali liguri previste il 20 ed il 21 Settembre prossimi e, giudicando le forze in campo, seppure declinate in modo differente, espressione delle stesse logiche antipopolari, non darà alcuna indicazione di voto.

Nessuno ci venga a parlare di “voto utile” e della necessità di votare i meno peggio tra centrodestra e alleanza PD-M5S. È palese, sotto gli occhi di tutti, come le regioni guidate dal centrodestra e quelle guidate dal PD abbiano portato avanti le stesse politiche tagliando la sanità pubblica in favore di quella privata, devastando la scuola pubblica, abbandonando la manutenzione delle infrastrutture in favore di progetti obsoleti come TAV e Gronda, facendo ricadere a livello regionale le vergognose politiche nazionali sul tema del lavoro (Jobs act, smantellamento dell’articolo 18, etc.).

Il centrosinistra, d’altronde, si è rivelato, di fatto, negli anni, la “tomba” della sinistra. Proseguire ostinatamente, negli anni scorsi, anche a livello locale, in certe alleanze, non ha fatto altro che indebolire fortemente il fronte comunista e della sinistra di classe. Ora basta!

Occorre altro per ricostruire un certo “tessuto” nel Paese, occorre portare avanti un percorso che dia voce ai lavoratori, ai precari, a chi ha pagato sulla propria pelle questi anni di crisi aggravati dalle politiche liberiste del centrodestra e di chi, per convenienza, si è mascherato da sinistra senza condividerne valori e sensibilità; due facce della stessa medaglia.

La strada intrapresa sarà forse lunga, tortuosa, difficile ma rimane l’unica da percorrere dalla Costituente del PCI del 2016 e poi rimarcata e rafforzata dal Congresso di Orvieto nel 2018.

In Liguria, dal Luglio dello scorso anno, abbiamo provato a lavorare per la costruzione di un’alleanza che fosse sintesi dell’unità comunista e della sinistra di classe liguri nel rispetto delle singole identità; in tal senso abbiamo richiesto incontri e contattato tutte, nessuna esclusa, le forze della sinistra di alternativa.

Purtroppo, dai contatti intrapresi, dalle email ricevute e dagli incontri intercorsi, è stato inevitabile constatare come nessuna di queste forze sarebbe stata disponile a lavorare ad un programma condiviso con precise priorità per la regione Liguria.

Preso atto di questo, abbiamo riflettuto a lungo circa la possibilità di presentare una nostra lista ed un nostro programma con una proposta di netta alternativa e contrapposizione alle esperienze passate di governo regionale targate centrosinistra e centrodestra ma non abbiamo potuto non tener conto dell’impianto totalmente antidemocratico ed anticostituzionale dell’attuale legge elettorale ligure che impone la raccolta di migliaia di firme alle forze politiche non già rappresentate in Consiglio regionale mentre a chi è già in Consiglio bastano poche decine di firme per presentare una propria lista. La successiva riduzione delle firme da raccogliere post emergenza Covid è avvenuta in un periodo particolare come quello estivo e da effettuare in condizioni particolari che ne rendevano difficile la fattibilità.

Con maggior tempo a disposizione sarebbe stata probabilmente la strada intrapresa ma, viste le condizioni date, lo scenario politico caotico attuale e la gioventù del nostro progetto in fase di importante costruzione nel territorio, abbiamo ritenuto opportuno rinunciare e continuare nella fase di allargamento del Partito per potersi dedicare, già dalle prossime settimane, a progetti che possano garantire una presenza del PCI con proprie liste o in liste condivise con la sinistra di alternativa, alle elezioni amministrative del prossimo anno, in primis quelle riguardanti Genova e Savona.

La presenza del Partito Comunista Italiano e la sua diffusione sono quanto mai necessarie e fondamentali per la costruzione di una reale alternativa sociale e politica di cui il nostro elettorato di riferimento è, a volte anche inconsciamente, assolutamente orfano.

In tal senso, fin da subito, riprenderemo un’attività politica incessante, a partire dal massimo impegno nella campagna per il NO al referendum per la diminuzione del numero dei parlamentari, un vero e proprio attentato alla Democrazia del nostro Paese, passando per iniziative, incontri, mobilitazioni funzionali al rafforzamento della linea politica del nostro Partito e delle lotte a cui noi Comunisti non possiamo sottrarci.

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