Numero chiuso a medicina. Ci siamo dimenticati la pandemia?

di Luca Cangemi, Responsabile Dipartimento Scuola e Università PCI

Dopo i tragici mesi dell’emergenza sanitaria e in una situazione ancora gravida di rischi, la stanca lotteria dei test per l’accesso agli studi di Medicina assume un carattere beffardo e inaccettabile.

La carenza di medici (e più in generale di operatori sanitari) rappresenta un gravissimo problema del nostro paese. Un problema figlio delle politiche di taglio selvaggio della spesa pubblica e che tende a diventare ogni anno più pesante.

Era legittimo attendersi un ripensamento dopo la tragedia del Covid-19 che ha messo a nudo le drammatiche carenze degli organici ospedalieri, della medicina del territorio, dei laboratori.
Invece l’ideologia neoliberista appare nella testa di chi governa più forte dell’analisi della realtà.

Noi non ci rassegniamo. Lottiamo per una svolta nelle politiche sull’ università e sulla sanità, per abolire il numero chiuso e per un rafforzamento delle scuole di specializzazione, per un piano pluriennale di adeguamento degli organici della sanità pubblica, con una particolare attenzione alla medicina scolastica, alla medicina del lavoro, alla prevenzione, alle strutture sanitarie delle aree territoriali più colite dalla crisi sociale.

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