di Luca Cangemi, Responsabile Nazionale Scuola e Università PCI
La chiusura della scuola in Campania è un grave atto politico con cui il governatore De Luca tenta di nascondere le proprie inadempienze.
Ma c’è anche altro.
Con questa decisione De Luca occupa l’ala estremista di uno schieramento di Governatori, di Centrodestra come di Centrosinistra, che vede nell’Autonomia Differenziata lo strumento per gestire maggiori poteri e risorse. La regionalizzazione della scuola oggi è più vicina. E ciò rappresenta un pericolo mortale per il paese e, in particolare, per il mezzogiorno.
Pur non sottovalutando in nessun modo l’emergenza sanitaria, questo atto d’imperio assunto senza tenere conto delle esigenze organizzative della scuola e delle famiglie, rappresenta nell’immediato un colpo gravissimo al sistema dell’istruzione campana e al percorso formativo delle giovani generazioni. Con particolare preoccupazione sottolineiamo la situazione degli studenti in condizione di disabilità e le gravi discriminazioni che rischiano di subire gli studenti delle fasce sociali più deboli. L’esperienza dei mesi scorsi dimostra come la Didattica a Distanza non sia efficace e sia invece un fattore di accentuazione delle disuguaglianze.
Accanto alla critica all’atto di De Luca, assolutamente ferma rimane la nostra posizione sulle gravissime responsabilità della ministra Azzolina e del governo, che hanno fatto molto poco di quanto era necessario per permettere una riapertura in sicurezza dell’anno scolastico.
In particolare clamorose sono le inadempienze sui capitoli degli organici (specialmente quello degli insegnanti di sostegno) delle strutture, degli strumenti e dei servizi , in Campania a come nel resto del paese.