di Luca Cangemi, Responsabile Dipartimento Scuola PCI
I tanti schermi della didattica digitale ammutoliti dal googledown ci spiegano forse meglio di tante circolari ministeriali la situazione complessa in cui oggi si trova la scuola e ci obbligano ad aprire una riflessione critica.
Quegli schermi neri ci spiegano la fragilità di un sistema che si ritiene onnipotente e sollecitano preoccupazioni ulteriori, finora colpevolmente archiviate (a partire dalla gestione di una massa enorme di dati personali).
Colpevole e inaccettabile è, innanzitutto, la perdurante assenza di una piattaforma pubblica e nazionale, un’esigenza fondamentale rispetto alla quale un ministero così prodigo di retorica digitale e tecnologica ha saputo solo produrre commissioni di studio.
È dunque necessaria una svolta culturale e politica nelle scelte per la scuola. Una scuola che consegna le proprie linee di trasmissione del sapere all’arena selvaggia della speculazione internazionale non è la scuola che serve al paese.
Abbiamo bisogno di istituzioni formative capaci di un uso critico, consapevole e democratico di ogni tecnologia, e dobbiamo lottare per conquistarle.