Addio ad Antonio Frattasi, compagno esemplare!

di Segreteria Nazionale PCI

È veramente un grande dolore dover dire addio al compagno Antonio Frattasi.

Antonio è stato una persona splendida: un grande compagno e un vero gentiluomo; un uomo colto, generoso, sempre disinteressato nel suo instancabile impegno politico. Aveva iniziato presto la sua militanza, appena ventenne. All’inizio degli anni Settanta, sull’onda dell’indignazione per i fascisti che rialzavano la testa e le stragi che insanguinando il Paese cercavano di fermare l’avanzata del movimento operaio, Antonio aveva deciso che occorreva impegnarsi in prima persona.

Ricorderà in un articolo: «Le minacce alla democrazia repubblicana sempre più preoccupanti. I fascisti aggredivano gli studenti democratici davanti alle scuole, e le forze dell’ordine erano insensibili e volutamente disattente. Pensai che fosse giunto il momento di dare il mio contributo. Mi sentivo antifascista e marxista, ma non ero ancora certo se aderire al PCI o al PSIUP. Pensai che fosse più giusto frequentare l’ANPI, e così feci».

Da giovane militante antifascista, Antonio iniziò a seguire le lezioni di Mario Palermo – anziano dirigente comunista, attivo fin dagli anni della clandestinità, poi sottosegretario nel 1944-45 – e di Maurizio Valenzi, altra splendida figura di antifascista e comunista, allora capogruppo del PCI in Consiglio comunale.
Infine Antonio si iscrisse al PCI, dando inizio a una militanza intensa, sia nella dimensione territoriale (la sezione di San Liborio, l’attività nel centro storico di Napoli), sia in quella legata al suo lavoro di bancario, sempre legando l’impegno politico a una forte curiosità intellettuale, a un interesse sempre vivo per tutti i campi della cultura, e in particolare per la storia. Antonio Frattasi è stato infatti uno di quei compagni, come tanti appartenenti al PCI, per i quali politica e cultura, militanza e ricerca erano inscindibilmente legate.

Di fronte alla liquidazione del PCI avviata da Occhetto, Antonio si schierò subito nel fronte del No, in particolare aderendo alla mozione di Armando Cossutta. Partecipò poi al percorso della rifondazione comunista, aderendo infine al Partito dei comunisti italiani. Al tempo stesso, proseguiva il suo impegno unitario, con l’ANPI e con l’Associazione per il rinnovamento della sinistra.

Nel 2016 aderì convintamente al processo di ricostruzione di una forza comunista che si collegasse esplicitamente alla cultura politica del comunismo italiano, aderendo quindi al Pci, del quale è stato un
dirigente a tutti i livelli – segretario della Federazione napoletana, segretario regionale per la Campania, componente del Comitato centrale –, lavorando sempre per tenere alto il nome dei comunisti, per dare risposte ai bisogni popolari e al tempo stesso fornire ai compagni elementi formativi per un dibattito rigoroso.

Antonio ha continuato a offrire il suo impegno generoso fino alla fine, nonostante la malattia terribile che ne minava la salute e ne fiaccava le energie. Anche in questo è stato un militante e dirigente comunista esemplare, e non a caso sono tanti i compagni e le persone comuni che ne stanno piangendo la perdita.

Cercheremo di ricordare il compagno Frattasi come merita e di portare avanti i suoi insegnamenti.
Intanto ci stringiamo ai suoi familiari, ai quali inviamo un forte abbraccio e le più sentite condoglianze del Partito.

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