Noi non ci saremo!

PCI – Segreteria Nazionale

Il Partito Comunista Italiano, non ha aderito all’appello “Ora l’unità. Per il Partito Comunista in Italia” e pertanto non sarà presente all’assemblea nazionale di presentazione dello stesso, prevista a Roma il prossimo 22 Gennaio.

Esso infatti non può che lasciare quanto meno perplessi quelli che, come noi, non da oggi provano ad operare senza supponenza per l’unità dei comunisti.

Tale appello, infatti, non aggiunge nulla di nuovo all’analisi inerente la drammaticità della situazione data ai diversi livelli, alle ragioni che ne sono alla base, circa le necessarie risposte da darvi da parte del movimento comunista, che  già non sia presente nel documento politico posto al centro dell’Assemblea Nazionale Costituente “Ricostruiamo il Partito Comunista”, che nel Luglio del 2016 ha portato alla nascita del PCI, nonché in quello che ne ha caratterizzato il  primo congresso ed in  quello che è posto alla base del secondo, tuttora  in atto.

Analisi e risposte che il PCI ha ad oggi tradotto, nel quadro di difficoltà dato, in iniziative politiche ai diversi livelli, tanti gli esempi possibili al riguardo, ricercando la massima unità possibile tra tutte le soggettività comuniste e della sinistra di classe interessate, segnando risultati importanti, ancorché insufficienti.

Anche in relazione alla questione dell’unità comunista, pertanto, l’appello in oggetto non aggiunge nulla di nuovo, mentre, di contro, il documento che il PCI ha posto alla base del suo secondo congresso, sviluppa una attenta analisi, e rimarcando la necessità di sviluppare ed innovare la tradizione del comunismo italiano, alla quale il PCI si rifà, ribadisce che per andare oltre quella perseguita dell’unità d’azione, serve una cultura politica omogenea, quantomeno affine, che respinga dogmatismo, settarismo ed eclettismo, purtroppo ad oggi largamente presenti.

Ciò che in ultimo colpisce dell’appello in questione è la riproposizione della necessità di un nuovo processo costituente “per la ricostruzione di un forte, e politicamente e teoricamente coeso, partito comunista in Italia”, al quale il PCI si dichiara indisponibile. Che tra i diversi firmatari dell’appello tante e tanti siano in buonafede, convinti di spingere in direzione di un livello più alto di unità è fuori di dubbio, ad essi il PCI continua a rispondere con i fatti, non declamando ma praticando l’unità.

Per quanto ci riguarda l’obbiettivo è e resta quello di ricostruire il PCI, unire i comunisti entro un fronte della sinistra di classe per rispondere alla crisi che segna questo nostro tempo, per affermare un’alternativa di sistema, che è e resta quella di una moderna società socialista.

Il nostro è un progetto al quale chiamiamo a concorrere tutte e tutti, e che abbiamo sottolineato essere una sorta di cantiere aperto.

Come spesso accade, anche in questo caso, purtroppo, ci troviamo di fronte ad un appello che in nome dell’unità in realtà promuove divisioni, una sorta di coazione a ripetere che speriamo abbia fine.

10 Comments

  1. Giovanni Campo

    Non sono d’accordo, perché gli assenti si prendono sempre il torto. Era meglio andare, esporre le proprie tesi, ascoltare e trarre le conclusioni. È chiaro che i seguaci di Rizzo sono settari senza logica, con analisi storica sbagliata e senza costrutto, ma bisogna dirglielo pubblicamente. E quale migliore occasione di questa?

  2. Renato Comito

    Andare a vedere,partecipare,dibattere assieme ad altri compagni comunisti,cercare nuove soluzioni di unità, avrebbe solo fatto bene.
    L’unità si forma giorno dopo giorno,lavorando assieme,nessuno ha la verità in tasca.
    Peccato…
    Renato Comito,iscritto al Pci.Fed.Vicenza

  3. Tony Brusca (Palermo)

    A parte la “sbandata” con Pap (che mi ha fatto allontanare) credo che questo PCI sia l’unico percorso credibile. Buon congresso, compagni.

  4. Diana Gaspari

    Concordo con la posizione politica del Partito sopratutto facendo attenzione a non incorrere negli errori del passato PCI. L’ideale di una società moderna e socialista che non permetta più , come nel passato, di distruggere prima la classe operaia e oggi il ceto medio.
    Io c’ero ed ho vissuto con amarezza lo squallore dell’idea che “tutti siamo utili e nessuno è indispensabile “

  5. GIOACCHINO LA CORTE

    COMMENTO DELLE COMPAGNO GIOACCHINO LA CORTE IL 2° CONGRESSO NAZIONALE DEL PCI PER COSTITUIRE UN SOGGETTO POLITICO DI SINISTRA MA SAREBBE OPPORTUNO LA PAROLA COMUNISTA CON IL SIMBOLO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO.

  6. Marco

    condivido le parole del compagno di Palermo …” A parte la “sbandata” con Pap (che mi ha fatto allontanare) credo che questo PCI sia l’unico percorso credibile. Buon congresso, compagni.”
    Questo è il PCI, alternativa non c’è….
    Hasta la victoria siempre compagni

  7. Massimo

    L’appello a cui fa riferimento l’articolo è chiarissimo ed evidenzia l’inconsistenza della proposta di unità paventata da alcuni. Il PCI, per la storia che rappresenta, è unità dei Comunisti italiani. È, nel suo simbolo, “traino” inequivocabile dei compagni che si riconoscono nel ricco solco politico lasciato da Gramsci, Togliatti, Berlinguer e nelle lotte delle masse operaie e del popolo che in Italia fece le grandi conquiste sociali che ben tutti i compagni rammentano.
    Il PCI é il traino ! La storia del PCI in italia rivendica questa funzione.

  8. Luca

    A chiedere l’unità dei comunisti sono in molti. Poi bisogna vedere che accozzaglia salterà fuori …. internazionslisti, stalinisti, trotkisty …. sarà un’unità breve. Il solito carrozzone traballante. W il P.C.I. 🔴

  9. Luca

    Ho deciso di chiedere l’iscrizione al PCI perché apprezzo ciò che tra mille difficoltà state cercando di costruire.

  10. Massimo

    Conosco personalmente l’ex numero duo.e del partito di Rizzo. Un compagno preparato serio, candidato ai tempo della Raggi a sindaco di Roma. Era favorevole ad un rapporto di confronto e collaborazione con le altre forze comuniste. E’ stato semplicemente espulso dal partito. E’ chiaro ?

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