di PCI Toscana
Nel verdetto emesso l’8 gennaio dalla Corte di Cassazione nel processo per la strage di Viareggio viene confermata l’esistenza del reato di omicidio colposo plurimo, ma questo viene prescritto in quanto è stata esclusa la circostanza aggravante della violazione delle norme di prevenzione sui luoghi di lavoro.
È stato rinviato a giudizio anche l’ex AD di FS e RFI Mauro Moretti, del quale verrà così rivalutata la responsabilità per il solo reato di disastro ferroviario colposo.
Il mancato riconoscimento dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, pur essendo state appurate, rappresenta un precedente pericoloso ed un’offesa alle vittime, ai loro parenti, ai lavoratori e alle lavoratrici.
Occorre introdurre leggi precise e stringenti come il reato di omicidio sul lavoro. È l’unico modo per poter rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari. Gli imprenditori, AD, dirigenti responsabili devono essere messi di fronte alla giustizia penale e pagare per le loro colpe.
Siamo di fronte, per l’ennesima volta, ad una sentenza che difende nei fatti gli interessi dei detentori del potere economico e politico, rovesciando e vanificando il positivo lavoro d’indagine e le due sentenze precedenti.
È indegno di un Paese civile che non si vogliano accertare e poi attribuire in via definitiva le piene responsabilità di un disastro che ha segnato profondamente Viareggio e la Versilia.
Leggiamo che la CGIL sta valutando uno sciopero generale.
Il PCI è pienamente d’accordo, purché sia un vero e grande sciopero generale che dia nuova spinta alle richieste di giustizia e alla lotta per un lavoro dignitoso e sicuro.