Lo sviluppo cinese e le relazioni con l’Europa. Forum internazionale

Forum internazionale organizzato dal PC cinese, alla presenza del PCI


Su iniziativa del Dipartimento Internazionale del Partito Comunista Cinese, si è tenuto oggi (12 gennaio 2021) a Pechino (in modalità cloud) un Forum dal titolo: “Lo Sviluppo Futuro della Cina e le relazioni Cina-Europa”.
Il Forum internazionale è articolato in 3 sessioni di lavoro. L’apertura di oggi è stata incentrata sul XIV Piano Quinquennale, ed ha visto le relazioni per parte cinese di Qian Hongshan, Vice Ministro del Dipartimento e dalla signora Guo Chunli, vice direttrice dell’Istituto di Ricerche Economiche
della Commissione Nazionale per la Riforma e lo Sviluppo, la struttura del governo cinese incaricata di redigere e dirigere (tra le altre cose) i piani quinquennali.
Il Forum ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei partiti comunisti e di sinistra dell’Europa Occidentale.
Tra questi, sono intervenuti:
Heinz Bierbaum, Presidente del Partito della Sinistra Europea
José Luis Centella, Presidente del Partito Comunista di Spagna
Patrik Köbele, Presidente del Partito Comunista tedesco
Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
Massimiliano Ay, Segretario Generale del Partito comunista svizzero
Infine, è intervenuto anche il Segretario Nazionale del Partito Comunista Italiano, compagno Mauro Alboresi, che ha affrontato i vari nodi della relazione tra Cina ed Europa ed ha illustrato il punto di vista del PCI sui grandi temi che caratterizzano la politica della Cina e del Partito Comunista Cinese.
Per una maggiore comprensione di tali aspetti, invitiamo alla lettura del testo integrale dell’intervento.
Nota a cura del Dipartimento Esteri PCI

Seminario sullo sviluppo futuro della Cina e sulle relazioni Cina-Europa.

Intervento di Mauro Alboresi, Segretario Nazionale del Partito Comunista Italiano (PCI)

Il Partito Comunista Italiano desidera innanzitutto ringraziare il Dipartimento Internazionale del Partito Comunista Cinese per l’invito a partecipare a questa importante occasione di confronto tra molteplici soggetti, sullo sviluppo futuro della Cina e sulle relazioni tra la Cina e l’Europa, temi di rilevante attualità e portata.

Come da più parti sottolineato, la pandemia da coronavirus con la quale l’umanità è chiamata a misurarsi, ha messo in luce le profonde differenze di approccio dei diversi paesi, ha evidenziato le differenze esistenti tra i diversi sistemi sanitari e, soprattutto, le scelte politiche che hanno animato
le azioni intraprese. Quello che emerge è la superiorità del socialismo nella difesa della salute pubblica, rispetto invece ai paesi capitalisti dove la scelta politica è stata fortemente condizionata dagli interessi dei privati.

Siamo tra coloro che esprimono il proprio apprezzamento per la lungimiranza e la determinazione con le quali la Repubblica Popolare Cinese ha affrontato la pandemia da Covid-19.
Lo sforzo da essa compiuto ai diversi livelli, le ingenti risorse materiali ed umane messe in campo, il grande senso di responsabilità della popolazione, hanno evidenziato che il sistema che la caratterizza funziona. Inoltre l’invio di equipe mediche cinesi e di materiale sanitario, in Italia ed in diversi altri paesi, si è dimostrato estremamente utile ed assai apprezzato dalla comunità scientifica e dall’opinione pubblica: ha accresciuto il prestigio della Cina e questa è stata la migliore risposta alla campagna denigratoria messa in campo nei suoi confronti da alcuni paesi, innanzitutto dagli
USA.

Non casualmente, quindi, la pandemia che in diverse realtà, come gli USA, il Brasile, l’India e la stessa Europa, registra un drammatico crescendo, in Cina è data per superata.
E’ un dato di fatto che la pandemia ha amplificato a dismisura una crisi economica da tempo largamente presente, una crisi strutturale, che con le sue drammatiche ricadute sociali sta determinando un quadro di difficoltà assai maggiore di quello registrato a seguito della crisi finanziaria del 2008 ed in virtù della quale, a livello planetario, si stanno determinando equilibri
assai difformi da quelli ad oggi conosciuti.

Anche l’Unione Europea sta facendo i conti con questo problema, lavorando per una ripresa economica della quale però, ad oggi, non si vede alcun segnale. Anche il dibattito sul “recovery fund” non coglie il senso delle necessità oggi impellenti per le popolazioni europee. Il governo italiano propone di destinare alla sanità soltanto 19 miliardi (il 9,7% del totale), nonostante le sue prime dichiarazioni sottolineavano la necessità di dover destinare alla stessa almeno 40 miliardi. Nonostante siamo in piena pandemia e con il Sistema Sanitario in crisi dopo anni di tagli, la scelta messa in campo dal governo è ancora quella di non investire nella salute pubblica e per questo il PCI è fortemente critico di queste politiche.

La Cina invece ha dimostrato di mettere l’uomo al centro delle sue politiche, riuscendo anche a salvaguardare l’economica. Infatti per il 2021 è prevista una crescita dell’economia cinese che ne attesterà il PIL fino a 100.000 miliardi di yuan che, nel quadro di crisi generale dato rappresentano
un’altra conferma della validità di quel sistema, delle politiche da esso adottate, della capacità di coniugare assieme controllo della pandemia e sviluppo economico-sociale. Abbiamo appreso con grande piacere la notizia che il XIII° piano quinquennale è stato completato con successo e siamo
certi che con il XIV°, in fase di elaborazione, la Repubblica Popolare Cinese registrerà un ulteriore avanzamento nell’interesse del suo popolo, in direzione di una società sempre più prospera.

Così come nella battaglia contro il coronavirus la Cina si è posta come riferimento, dando una grande dimostrazione di capacità, ma anche di attenzione nei confronti degli altri paesi colpiti, anche sul piano economico, essa si sta proponendo in termini nuovi, aperti, inclusivi, confermando
la propria convinzione circa i valori che debbono presiedere ai rapporti tra gli stati, tra i popoli.
Anche per ciò abbiamo avuto modo di sottolineare positivamente l’accordo raggiunto lo scorso 31 dicembre, dopo anni di confronto, tra la stessa e l’Unione Europea.

Sulla base di tale trattato, dei specifici regolamenti in esso contenuti, infatti, i contraenti sono impegnati ad un’adeguata gestione del rapporto tra l’attuazione degli investimenti e la tutela ambientale, nonché la protezione dei diritti e degli interessi dei lavoratori, a rispettare gli accordi
internazionali.
Continuiamo a sottolineare l’importanza del progetto inerente la cosiddetta “Nuova Via della Seta”, che la Cina ha proposto ai diversi paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa, e del memorandum sottoscritto al riguardo dal nostro Paese.
A nostro avviso questo progetto esprime una concezione assai diversa da quella proposta in questi ultimi anni, attraverso politiche unilaterali, aggressive e di scontro, come nel caso della guerra dei dazi, principalmente per mano degli USA.

Osserviamo con profondo piacere che la Cina sta operando per un mondo improntato alla pace, alla solidarietà, alla cooperazione, l’unica politica in grado di garantire il futuro stesso dell’umanità e noi, il PCI, come tanti altri nel pianeta, guardiamo con grande attenzione ed interesse a tutto ciò,
auspicando rapporti sempre più stretti tra i diversi paesi ed i diversi popoli. Ragion per cui riteniamo che il concetto della “comunità umana dal futuro condiviso” possa davvero ispirare la governance mondiale.

Con la stessa attenzione ed interesse guardiamo alla sfida intrapresa dalla Cina, guidata dal Partito Comunista, per costruire una moderna società socialista: l’unica risposta adeguata alla crisi di civiltà nella quale sta precipitando il capitalismo.
Infine, vorrei ricordare che quest’anno ricorre sia il centenario della fondazione del PCC che il centenario del PCI e di altri diversi partiti comunisti, costituitisi sull’onda della Rivoluzione d’Ottobre, dei profondi sommovimenti innescati dalla fine della prima guerra mondiale. Ci piace
sottolineare che gli ideali e le ragioni che hanno dato vita ai nostri due partiti non solo non sono venuti meno, ma trovano oggi più che mai conferma.

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