di Luca Cangemi, Responsabile Dipartimento Scuola e Università PCI
Il nuovo modello di PEI (Piano Educativo Individualizzato) e i documenti ministeriali che l’accompagnano appaiono un nuovo pericolo per i diritti degli alunni e delle alunne con disabilità e per la scuola del nostro paese.
In particolare, ad una prima lettura appare chiaro un tentativo di colpire l’insegnamento di sostegno.
La richiesta elevata di sostegno deve avere – è scritto nelle linee guida- carattere di “assoluta necessità” e “non è automaticamente connessa alla gravità clinica”. A ciò si aggiunge la possibilità di esonero totale per alcune discipline che tende ad accentuare elementi di differenziazione e colpisce alla radice l’inclusione nel gruppo classe. Mette il sigillo a questo anticipo di nuovi tagli il solito Max Bruschi, uomo forte del ministero, nella nota del 13 gennaio sull’argomento in cui sottolinea la rottura del “rapporto sinallagmatico (testuale!) tra situazione di gravità e rapporto 1:1”.
Ciò significa l’accentuazione della politica ministeriale dei tagli al sostegno anche in casi di gravissime patologie. La rilevazione del cosiddetto “debito di funzionamento” rappresenta un ulteriore strumento indirizzato a questo fine.
Molto chiaro, nella sua gravità, l’accenno ai “curriculum dei docenti del consiglio di classe”: si scarica sui docenti curricolari il peso del taglio del sostegno, si prefigurano consigli di classe particolarmente adatti ad accogliere studenti con disabilità. Ancora una volta avanzano simultaneamente la negazione dei diritti degli studenti con disabilità, nuove classi differenziate, i tagli agli organici, la previsione di nuovi carichi di lavoro per gli insegnanti.
Ovviamente in tutto ciò neanche sfiora gli ambienti ministeriali la necessità di attuare momenti confronto e di contrattazione.
Come nota finale, ormai di carattere storico, ricordiamo la discendenza diretta di questo della famigerata legge 107. Visto che si parla molto di Renzi, in questi giorni, è giusto ricordare come i danni fatti dal suo governo siano duraturi. Allo stesso modo è giusto ricordare che la forza politica a cui appartiene l’attuale titolare dell’Istruzione aveva promesso di abolire la 107.