Gagarin, tra passato e presente

di Luca Cangemi, Responsabile Dipartimento Scuola e Università PCI
e
Salvatore Ferraro, Responsabile Dipartimento Scuola e Università FGCI

Oggi 12 aprile 1961 alle 9 e 07 ora di Mosca dal cosmodromo di Baikonur Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche, lancia l’astronave Vostok 1 per il primo viaggio spaziale pur orbitando nel pianeta terra… Radio Vostok… Radio Vostok” 

Così cantano i compagni della Banda Bassotti nel loro celebre brano, omaggio al primo uomo nello spazio: Jurij Gagarin.

60 anni fa quell’epocale avvenimento, il primo viaggio di un essere umano oltre la stratosfera.

Con una certa fermezza al momento del decollo Gagarin affermò “Andiamo!”: così ebbe inizio l’impresa divenuta poi leggenda. I quotidiani di tutto il mondo il 13 aprile, in prima pagina, avevano il volto sorridente del ventisettenne di Smolensk.
La ‘corsa allo spazio’ fu una guerra di prestigio tra URSS e USA; e l’Unione Sovietica arrivava a quella corsa con un gap inaudito. Nei primi anni del ‘900 era ancora uno stato arretrato, semifeudale. Solo grazie alla Rivoluzione d’Ottobre il decadente Impero russo divenne quel gigante mondiale conosciuto come Unione Sovietica: da un’era di arretratezza segnata da 500 anni di zarismo, sotto la saggia guida di Lenin, l’assalto al cielo fu reso possibile. Non mancarono le avversità, economiche prima e belliche poi: l’URSS pagò lo scotto più grave per aver liberato l’Europa dal nazifascismo e averlo sconfitto. 27 milioni furono i morti sovietici durante la Seconda guerra mondiale, per non parlare delle ingenti distruzioni di molti centri cittadini e numerose industrie provocate dal conflitto, le quali causarono non pochi problemi per lo sviluppo economico del Paese.
Gli USA uscirono invece tutto sommato indenni dal secondo conflitto mondiale, forti economicamente poiché tenevano in scacco gli stati dell’Europa Occidentale attraverso prestiti prima e finanziamenti poi; militarmente poco danneggiati, entrando in gioco dopo più di tre anni di orrendi scontri nel Vecchio Continente e non solo. Negli anni della ‘corsa allo spazio’ detenevano i profitti sui due terzi della produzione industriale globale, mentre l’URSS si avviava invece ancora a ultimare un robusto processo di industrializzazione e ricostruzione.
Questo rende ancora più eclatante i successi da parte dei sovietici nella ricerca aerospaziale: nel ’57 mandando in orbita lo Sputnik, quattro anni dopo con la riuscitissima missione di Gagarin.

Un uomo che divenne simbolo di un intero paese, di tutta una generazione: Gagarin rappresenta infatti, a tutti gli effetti, il prototipo del cittadino sovietico: proveniva da una famiglia umile alla quale l’Unione Sovietica aveva dato dignità. Fu egli stesso un lavoratore e solo in un secondo tempo si dedicò all’aviazione, amore che nacque quando vide i primi aviatori solcare il cielo del suo villaggio. Fu Pilota di Jack e Mig, poi presentò la sua candidatura come aspirante cosmonauta. Gagarin fu scelto in un contesto nella quale gli aspiranti cosmonauti si spalleggiavano tra loro, il successo di uno era il successo di tutti: ciò perché ogni loro sforzo non era fatto per il loro prestigio, bensì per la grandezza e la gloria dell’Unione Sovietica.
Gagarin fu il primo cosmonauta a viaggiare nello spazio, seguito a ruota dal compagno German Titov. Del gruppo degli aspiranti cosmonauti fece parte anche Leonov, celebre nel ’65 per la sua passeggiata nello spazio. Non possiamo non citare un altro successo targato Urss, quello che mandò la prima donna in orbita, Valentina Tereskova. Una competizione senza esclusione di colpi, alla quale gli statunitensi risposero, qualche anno più tardi, con l’allunaggio firmato Armstrong. Spinti dal dover “vincere” a tutti costi, per gli USA la questione della ‘corsa allo spazio’ fu prima di ogni altra cosa una battaglia di prestigio, che li spinse a investire ingenti risorse nei loro progetti; risorse di cui l’URSS non sempre disponeva. Tuttavia, tenendo conto di uno spettro più ampio, il primo allunaggio sulla Luna si può dir invero fu quello fatto dai sovietici con la missione Zond 5, durante la quale riuscirono sia ad allunare e sia a rientrare sulla terra, con a bordo della propria capsula non uomini ma tartarughe e altri esseri viventi; tutti tornati illesi.

Gagarin dimostrò all’umanità intera come ogni cittadino sovietico potesse davvero andare incontro alle proprie aspirazioni, ai propri sogni, perché aveva alle spalle un sistema che glielo permetteva.
Mentre Gagarin dallo spazio inviava un messaggio di pace al mondo intero, mentre l’anno prima del lancio l’URSS si era impegnata a ridurre gli armamenti con una legge varata dal Soviet Supremo, gli Stati Uniti contemporaneamente tentavano l’invasione di Cuba. Subendo, tuttavia, una rapida e cocente sconfitta nel giro di 3 giorni, da parte dei miliziani castristi che, in difesa di una Patria e di una Idea, riuscirono a surclassare senza alcuna difficoltà un esercito nettamente più organizzato del loro.
Proprio in quegli anni, del resto, l’URSS non poté che svolgere un importante ruolo storico di contrappeso, dimostrando che un altro mondo è possibile, un altro mondo nella quale c’era un sistema economico di ispirazione socialista. I lavoratori in Occidente ricevevano del resto, seppur di riflesso, dei benefici dall’esistenza dell’URSS: un forte welfare state e importanti concessioni da parte dei loro governi, timorosi che la poderosa spinta propulsiva dell’URSS e di un modello che diceva l’esatto opposto rispetto al modello capitalista potesse dissolverli dall’oggi al domani.

I disegni egemonici degli USA non avranno fine tuttavia nemmeno dopo la sua caduta, quando ormai l’URSS e il Patto di Varsavia non esistevano più. La NATO invece esiste ancora, si estende verso Est sempre più, continua le sue spietate guerre ripudiando ogni forma di trattato internazionale, per un mondo multipolare.
La pandemia di COVID-19 non ha arrestato l’avidità e la cupidigia occidentale, sotto l’insegna del costante aumento delle spese militari. Anche l’Italia paga questa servitù alla Nato, con contributi al settore bellico che, per le sole missioni militari all’estero, superano quest’anno di 180 milioni di euro quelli del precedente. Tutto questo mentre abbiamo già superato i 110000 morti a causa della pandemia, nel giro di un anno soltanto. Non si fa nulla in ambito sanitario, ma per assecondare le guerre degli USA i soldi ci sono eccome.

Non è un caso che non si riesca a frenare la pandemia di COVID-19 in Occidente, mentre stati come Cina e Cuba l’hanno fronteggiata egregiamente. E nonostante quest’ultima sia ancora vittima di un criminale embargo da parte degli Stato Uniti, un blocco economico che va avanti ormai da 60 anni. Tuttavia nemmeno ciò ha impedito allo stato cubano di fornire assistenza gratuita persino all’opulento Occidente, persino al’Italia, la quale tuttavia continua a votare in sede di assisi internazionali a favore del bloqueo. Quando chiama il padrone USA, il cane ubbidisce. Basta con le servitù militari.

Laddove c’è il profitto di pochi non può esserci l’indispensabile per la massa della popolazione.

Un altro mondo è necessario, costruiamolo. Ne va della nostra sopravvivenza.

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