di Mauro Alboresi, Segretario Nazionale PCI
In questi giorni, come noto, pressoché tutti gli organi di stampa e di informazione, hanno sottolineato con enfasi che anche l’Italia, così come si accingono a fare gli altri paesi coinvolti, a seguito della decisione assunta lo scorso mese di Aprile dagli USA di ritirarsi dall’Afghanistan entro il prossimo 1° Settembre, in occasione del 20° anniversario dell’attacco terroristico alle “torri gemelle”, pone fine alla propria presenza militare in tale contesto.
Termina così, con il ritiro, una guerra durata vent’anni, costata, come rivelano fonti americane, oltre mille miliardi di dollari, ed un altissimo numero di morti, militari ma soprattutto civili (per l’Italia centinaia di milioni di euro e 53 caduti, tra militari e cosiddetti “contractors”).
Il Ministro della difesa italiano Lorenzo Guerini, come ebbe a dire a suo tempo l’attuale ministro degli esteri Di Maio, ha confermato il carattere di tale scelta, che risponde ai mutamenti di strategia decisi dalla Nato entro il quadro di rinnovato atlantismo affermatosi.
Ciò che muove la decisione degli USA, e quindi a seguire quella dei propri alleati, infatti, non è certo la raggiunta stabilità di quel paese.
Il nemico, ossia i talebani, creato e sostenuto a suo tempo dagli Usa in chiave anti sovietica, e che sfuggito al loro controllo era divenuto funzionale ad una politica di intervento in quell’area, continua infatti a controllare ampia parte del territorio, ed il conflitto in essere è da tempo in una situazione di stallo, così come i negoziati di pace che avrebbero dovuto porvi fine.
Il punto, come sottolineato da più di un osservatore, è che tale area non riveste più lo stesso interesse strategico del passato per la NATO, che è dichiaratamente volta ad operare in altre aree del mondo, in chiave anti russa ed anti cinese, come testimoniano le sue crescenti e sempre più aggressive iniziative.
Gli USA ed i loro alleati, dopo vent’anni, pongono fine in tal modo, semplicemente ritirandosi, ad una guerra che non serve più, e quindi viene abbandonata, a prescindere dai costi sostenuti, da ciò che ne discenderà per il popolo afghano.
L’Italia, che a quella guerra non avrebbe dovuto partecipare, finalmente si ritira, ma purtroppo dichiarandosi pronta a giocare fino in fondo il proprio ruolo di partner dell’alleanza atlantica, ossia a prendere parte ad altre avventure in ossequio ai voleri degli USA.
Un’altra ragione per dire no alla guerra, si alla pace, fuori l’Italia dalla NATO!