Undici settembre. Tutte le colpe americane.

di Maurizio Aversa – Dip. Comunicazione Nazionale PCI

Chi è attento alle ricorrenze, sa che l’undici settembre può essere declinato in una gran parte delle menti e degli uomini delle forze del lavoro come atroci ferite. Non paragonabili se non per l’accostamento della data e per il protagonismo negativo degli USA e delle politiche imperialiste e di rapina che le forze economiche dei paesi capitalisti a cominciare dal nord america esercitano in varie parti del globo.

Quello contro Allende e il governo comprendente i comunisti e i socialisti fu un golpe militare fascista foraggiato e da cui hanno tratto beneficio le multinazionali USA ed altri: è storia. La Cia?, Le scuole di guerra? Gli addestratori paramilitari? I vagoni di soldi per la corruzione degli infedeli al popolo e alla indipendenza cilena? Tutta roba riconducibile là: USA. Esportatori di “democrazia”, rapinatori seriali di beni e felicità dei popoli. E l’undici settembre delle torri gemelle? Beh, complottismo o meno, che sia stata opera fatta in house oppure no, la differenza sta solo nella descrizione cronachistica. Infatti qual è la sostanza, oltre la filastrocca – a cui senza difficoltà sono accodati UE e Italia, oltre tutto l’occidente capitalista – che i figli del male islamici, che odiano america occidente hanno assalito il buon gigante? Non c’è che da scegliere tra le versioni possibili, la verità vera. Da un lato si può vedere Al Qaeda che risponde, guarda caso, agli interessi Usa ed occidentali di scatenare una guerra che consente – ricordiamo la Siria? E la Turchia che diventa superpotenza regionale? E i Paesi della penisola Arabica costretti a miti consigli nonostante una differente storia alle spalle? – agli USA e alla compagine filoccidentale capitalista di perseguire disegni di assoggettamento di vaste aree: per la geopolitica, per la rapina delle materie prime, per il controllo di futuri mercati.

Oppure c’è l’altra versione, ancora più americocentrica che mostra come una spia al soldo della Cia e degli USA, crea una roba che denomina Al Queida, e che, passo passo, riporta allo stesso racconto. E’ la medesima conclusione. Dove lo scontro tra pace e guerra rimanda allo scontro tra imperialismo/capitalismo contro la liberazione dell’umanità e il socialismo. I mezzi usati e le vite spezzate, siano esse targate fascismo riconoscibile, siano esse targate terrorismo di Al Queida figlio degli USA, hanno il medesimo fine – dividere le forze del progresso e del cambiamento della società – e la stessa possibilità di essere contrastate: dalle forze del socialismo internazionalmente unite. Non è un caso che mentre la Cina in questo frangente afghano dichiara di voler pensare, con l’interesse di tutti, in ogni parte del mondo, che è giusto mettere in primo piano il progresso sociale ed economico per ogni singolo Paese; la superpotenza americana (certo pure per giustificare la vergogna dell’abbandono all’interno del proprio Paese) annunci: ce ne andiamo per organizzare lo scontro con Russia e Cina. Ecco perché noi comunisti, nel ricordare, nel commentare, abbiamo pochi dubbi: perché la lettura della storia e la valenza degli interessi è palese e di fronte agli occhi del mondo.

O socialismo, o barbarie.

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