Maltempo e messa in sicurezza del territorio

Edoardo Castellucci – Responsabile Dipartimento Ambiente e Territorio PCI

Il maltempo che ha colpito l’Italia, dall’Emilia Romagna alla Sicilia, è una costante, è il “leit motiv”, di questo nostro Paese territorialmente fragile e insicuro, aggredito dall’intensità degli eventi e dalla forza della natura, che ha provocato, ancora una volta, vittime e distruzione, su territori che franano sotto l’azione dirompente di temporali e di tempeste di pioggia.

Un Paese, come abbiamo avuto modo di denunciare nel Programma + Stato – Mercato, “ … dove la situazione climatica e ambientale, in un territorio fragile (l’88% dei Comuni è interessato da dissesto idrogeologico), risulta disastrosa. Frane, alluvioni, terremoti, slavine/valanghe -fenomeni di per sé naturali- si inseriscono nel quadro di un territorio fortemente antropizzato cresciuto al di fuori di ogni pianificazione territoriale e urbanistica, segnato da molti decenni di malgoverno nell’uso dei suoli e da politiche energetiche e finalizzate alla mobilità, incoerenti e subordinate in via principale ai grandi interessi affaristici e speculativi.”

Sono tanti gli esempi disastrosi, che in questi ultimi decenni hanno riempito e riempiono le cronache e le pagine dei media. Non si salva nessuna Città, nessuna Provincia, nessuna Regione, è un continuo bollettino di inondazioni, di frane e smottamenti, di spiagge mangiate dal mare, che ci consegna una Italia sempre più fragile, un territorio che affonda e si sfalda, in balia degli eventi e dei cambiamenti climatici.

Ancora una volta siamo qui a sottolineare che questi eventi non possono essere ricondotti ai soli effetti diffusi e negativi dei cambiamenti climatici, ma sono la conseguenza dell’incuria, delle azioni e degli errori dell’uomo, che ha irreggimentato i fiumi in canali e argini, ridotto le zone di esondazione naturale, consumato il suolo impermeabilizzandolo, ha permesso di costruire nelle aree a maggior rischio idrogeologico.

Questi disastri ricorrenti, impongono interventi di tutela del territorio inseriti nelle “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” e/o nel “Piano di Assetto Idrogeologico”, superando il “privilegio della politica dell’emergenza”, attraverso una Rigenerazione ambientale, paesaggistica e territoriale con la realizzazione di un Piano nazionale di prevenzione, riassetto, salvaguardia e messa in sicurezza del territorio” come avevamo sottolineato all’indomani degli eventi sismici di Amatrice dell’agosto 2016.

Il PCI, esprimendo vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite da queste criticità, lavorerà e vigilerà affinché la sicurezza territoriale e la salute dei cittadini siano all’ordine del giorno di un Programma per il cambiamento sociale e politico dell’Italia, in modo che: – ci sia una svolta nella gestione e salvaguardia dell’ambiente e del territorio; – le risorse economiche, destinate alla realizzazione di grandi opere inutili, dannose e costose, come TAV, Ponte sullo Stretto, Infrastrutture di trasporto a pedaggio, vengano utilizzate per il ripristino del Corpo Forestale di Stato, come unico soggetto per la tutela del patrimonio naturale, paesaggistico e territoriale; – si torni ad una politica basata sulla Pianificazione e sulla Prevenzione, che permetterebbe di risparmiare costi futuri, sprechi di denaro pubblico, e di salvare vite umane; – il territorio, “soggetto vivente ad alta complessità”, venga considerato un “bene comune” e/o collettivo, che va tutelato e governato.

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