Intervista a Jorge Kreyness, Segretario per le Relazioni Internazionali del Partito Comunista dell’Argentina
A cura di Sandro Scardigli, del Dipartimento Esteri PCI
Domanda: Parlami della strategia politica e della tattica elettorale del Partito Comunista dell’Argentina.
Risposta: La strategia del Partito Comunista dell’Argentina punta a una rivoluzione nazionale nel nostro Paese, che è capitalista dipendente, mediamente sviluppato. Riteniamo che per uscire dal nostro stato di dipendenza sia necessaria una rivoluzione socialista di liberazione nazionale. Socialista perché non sarebbe una vera rivoluzione se non avesse alla sua testa la classe lavoratrice. Questo processo rivoluzionario necessita di una forza politica. Il nostro partito propone allo scopo un fronte di liberazione nazionale e sociale, formato dall’insieme delle forze rivoluzionarie argentine di matrice marxista, nazionalista popolare e della teologia della liberazione.
D.: Quale è il contesto e quali le ragioni che hanno determinato la vittoria elettorale di Milei?
R.: Sergio Massa, che è stato Ministro dell’Economia del Presidente uscente Alberto Fernandez, era il candidato alla Presidenza della coalizione di governo. Massa aveva dalla sua una buona capacità di presenza mediatica, una formazione tecnica importante, ma il suo nome viene comunemente associato all’accordo stipulato dall’Argentina con il Fondo Monetario Internazionale. Si tratta di un accordo molto negativo per il Paese, firmato a suo tempo dal precedente governo di Macri ma che è stato ratificato da quello di Alberto Fernandez. È un accordo che genera inflazione, perdita del potere d’acquisto dei salari, aumento indiscriminato dei prezzi, fondamentalmente perché promuove il pagamento di un gigantesco, illegittimo e fraudolento debito estero al Fondo Monetario Internazionale. Inoltre il “macrismo”, con i fondi di investimento, ha provocato una fuga di capitali. Tutto ciò non è stato sufficientemente combattuto dall’ultimo governo e questo è il motivo fondamentale della rabbia e della protesta di molta gente, che ha preferito il candidato ultraliberista e neofascista Milei, visto da alcuni settori meno politicizzati come colui che può portare un cambiamento. Questa generica promessa di “cambiamento” ha attratto coloro che hanno espresso un voto di protesta contro il governo senza avere una formazione politica sufficiente. Così la destra ha capitalizzato il fallimento del cosiddetto progressismo.
D.: Quali saranno in Argentina le conseguenze della vittoria di Milei?
R.: Le conseguenze in Argentina saranno probabilmente lo sviluppo di una lotta contro la privatizzazione di diversi settori ancora in mano allo Stato: i giacimenti petroliferi, i mezzi di comunicazione pubblici statali, la compagnia aerea di bandiera e altre imprese. Inoltre il nuovo Presidente Milei abolira’ molti Ministeri, come quello del Lavoro, dell’Istruzione, della Sanità. Verranno cioè privatizzate l’istruzione e la sanità pubbliche. Questo genererà protesta e lotta. Sono già state convocate, senza aspettare l’insediamento di Milei, assemblee generali da parte di alcuni sindacati, per discutere le azioni da intraprendere contro queste politiche e prepararsi allo scontro. Prevediamo quindi una situazione di instabilità politica, molta conflittualità nei luoghi di lavoro e nelle piazze. È nostra intenzione di dare impulso alla mobilitazione popolare per evitare il consolidamento del prossimo governo ultra neoliberista e neofascista e poterlo sconfiggere. Non aspetteremo certamente le prossime elezioni. Lo sconfiggeremo prima.
D.: Come si caratterizzerà l’opposizione del Partito Comunista dell’Argentina?
R.: Concentreremo la nostra azione nei luoghi di lavoro, di vita e di studio dei ceti popolari. Daremo il nostro contributo al rafforzamento degli scioperi, cortei, delle lotte di strada e al consolidamento dell’unita’ delle forze popolari contro il fascismo e l’imperialismo. Traendo insegnamento dall’esperienza delle ultime Elezioni e dagli ultimi processi politici, intensificheremo il carattere socialista e rivoluzionario del nostro Partito, prendendo atto che l’esperienza con le correnti peroniste moderate e conservatrici nel governo non è stata buona e che quindi dobbiamo rafforzare la presenza di una forza marxista e rivoluzionaria.