L’ 8 marzo, in tutto il mondo, si vivrà la Giornata Internazionale di Lotta delle Donne, per l’uguaglianza, i diritti sociali, la libertà, contro la violenza e ogni forma di sfruttamento e asservimento.
In un vecchio manoscritto inedito, elaborato da Marx ed Engels, nel 1846, troviamo scritto: “La prima divisione del lavoro è quella tra uomo e donna, per la procreazione dei figli“. Ed Engels aggiunge ne “L’ Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” (Zurigo – 1884): Il primo contrasto di classe che compare nella storia, coincide con lo sviluppo dell’antagonismo fra uomo e donna, nel matrimonio monogamico, e la prima oppressione di classe coincide con quella del sesso femminile, da parte di quello maschile nella famiglia, l’uomo è il borghese, la donna rappresenta il proletario.
Parole antiche e chiare, spesso dimenticate, all’interno delle stesse organizzazioni del movimento operaio!
E infine: “Col passaggio dei mezzi di produzione in proprietà comune, la famiglia singola cessa di essere l’unità economica della società. L’ amministrazione domestica privata si trasforma in industria sociale. La cura e l’educazione dei fanciulli diventa un fatto di pubblico interesse; la società ha cura, in egual modo, di tutti i fanciulli, legittimi e illegittimi. E con ciò cade la preoccupazione delle “conseguenze”, la quale, oggi, costituisce il motivo sociale essenziale, sia morale che economico, che impedisce a una fanciulla di abbandonarsi, senza riserve, all’uomo amato“. (Op. Cit.)
La lotta di emancipazione e liberazione della donna, ha radici profonde e una storia lunga e travagliata, che trae origini dalla sua condizione sociale, ma è contrappuntata da alcuni eventi politici, che segneranno momenti importanti di svolta, nel corso del suo sviluppo.
Congressi e Conferenze
Fra questi, vogliamo ricordare, il VII Congresso della II Internazionale socialista, tenutosi a Stoccarda, dal 18 al 24 agosto 1907, a cui parteciparono 884 delegati di 25 nazioni, fra i quali i principali esponenti marxisti del tempo, come Lenin, Rosa Luxemburg e Clara Zetkin, che trattò, insieme agli altri temi, anche la questione femminile, lanciando una grande campagna internazionale per il voto alle donne.
Ma, sarà alla Seconda Conferenza Internazionale delle donne socialiste, tenutasi alla casa del popolo di Copenaghen – 26/27 agosto 1910 – che si decise di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne, che, per alcuni anni, avrà, ancora, una data diversa, nei singoli Stati.
Poi, a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne della capitale della Russia, guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra e che, di fatto, segnò l’inizio della cacciata dello Zar.
Così, in modo da fissare un giorno comune, a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921, la Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca, fissò nell’8 marzo, la Giornata Internazionale dell’Operaia.
In Italia
Per quanto riguarda l’Italia, nel settembre 1944, si creò a Roma l’UDI (Unione Donne Italiane) – pagina Facebook Ufficiale -, che prese l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna, nelle zone liberate dal nazifascismo.
Nel 1946, la si celebrò in tutta Italia, col nuovo simbolo, la mimosa, secondo un’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, alla vigilia delle ormai prossime, prime elezioni politiche democratiche e per la Costituente, che avrebbero visto le donne, esprimere, per la prima volta nella storia d’ Italia, il proprio voto.
Da quei giorni, molti decenni sono trascorsi, ancora di sofferenze, di lotte, di conquiste economiche, sociali e civili, di vittorie e di sconfitte, nella storia della Repubblica, nata dalla Resistenza.
L’aborto, il divorzio, il nuovo diritto di famiglia, sono le principali conquiste ottenute dalle lotte delle donne, in tutti questi anni.
Ma, in Italia, in Europa, come nel mondo intero, le conquiste ottenute, sono permanentemente minacciate e messe in discussione, da una rinnovata ondata reazionaria, che trae le sue origini, dai rapporti sociali di produzione fondati sullo sfruttamento e l’oppressione capitalistici, dai rapporti fra uomo e donna, ancora pesantemente segnati dal dominio e dalla violenza dell’uomo sulla donna, come denunciato da Marx ed Engels, due secoli or sono,
È necessaria una nuova riscossa delle donne e delle loro lotte, per porre un argine a queste rinnovate tendenze, per lanciare una potente controffensiva contro chi le vorrebbe, nuovamente o ancora, sottomesse, sfruttate e oppresse, disoccupate, malpagate, violentate o uccise, dalla violenza di classe e di genere, che torna, pesantemente, ad abbattersi su di loro, molto spesso nell’indifferenza generale.
Marx ebbe a dire, in un commento troppo spesso e da troppi dimenticato, che il livello di una “civiltà” si misura con la natura dei rapporti fra uomo e donna.
Ecco, ripartiamo da qui, da questo principio, nella lunga, necessaria e non rinviabile lotta che dobbiamo promuovere, e di cui questo 8 marzo potrà segnare l’inizio: per la libertà e una vera democrazia popolare, come base di una società liberata da ogni forma di sfruttamento e oppressione sociale, dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla donna.
Per la uguaglianza e la giustizia sociale e i diritti democratici dei cittadini e dei lavoratori residenti e immigrati, e di tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Per la sovranità e indipendenza nazionale e popolare, dell’Italia e di tutti i Paesi e popoli del mondo.
Per un 8 marzo, di lotta e di riscossa di tutte le donne del mondo e di tutti gli sfruttati dal capitalismo e dall’imperialismo.
Per la vita e la liberazione delle donne del mondo!
Contro il capitalismo e l’imperialismo, per il socialismo!
Dario Ortolano