da ADoC
Il 22 maggio 1978, 46 anni fa, veniva approvata in Italia la legge 194 sulle Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Una legge controversa e, ultimamente, osteggiata e che, con la promessa di non essere toccata, viene smantellata sempre più con l’infiltrazione, nei pochi Consultori previsti dalla Legge, di Associazioni “Provita” o addirittura di volontari mandati dalle Parrocchie
(accade in alcuni quartieri romani).
Sulla carta la Legge sarebbe una rivoluzione per il riconoscimento dei diritti delle donne italiane e alla loro Salute.
IL 22 maggio 1978, ha sancito l’entrata in vigore di una legge che ha cambiato la vita e la società italiane attraverso un movimento “dal basso”, dai cittadini perché il diritto all’aborto è stato uno dei maggiori riconosciuti.
Anche il Parlamento europeo ha votato l’11 aprile 2024 a favore dell’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
L’attuale governo italiano, però, manda avanti le associazioni schierate palesemente contro la Legge arrivando a imporre di ascoltare il battito del cuore dell’embrione alla madre che ha deciso di interrompere la gravidanza. Assistiamo dunque a veri e propri ricatti senza potenziare le strutture di aiuto.
Come Assemblea Donne Comuniste auspicheremmo finalmente l’applicazione della norma in tutte le sue sezioni che comporta il funzionamento delle strutture dei Consultori, la presenza di personale sanitario idoneo (non obiettore di coscienza) che, in molte città e paesi del Sud Italia, sono completamente inesistenti.
Questa sarebbe la cifra di un Paese civile e rispettoso dei regolamenti dello Stato.