Gli impianti dell’Ilva dopo 4 anni dal sequestro per disastro ambientale da parte della magistratura hanno trovato un acquirente.
L’accordo siglato sull’Ilva è un bel risultato di questo governo e dei sindacati.
Il gruppo Arcelor Mittal acquisisce l’Ilva e garantisce i livelli occupazionali, anche grazie all’ incentivo ad esodo volontario (che deve però prevedere effettivi, rapidi ed adeguati percorsi di reinserimento nel mondo del lavoro dei lavoratori), e le tutele dei lavoratori.
Viene mantenuto addirittura l’articolo 18 e non sarà applicato il Jobs Act.
Non possiamo che plaudere a questa buona notizia per così tante famiglie.
E il piano di ristrutturazione ambientale pare perfino migliorativo rispetto a quanto richiesto dal precedente governo e questo è bene per l’intero territorio nazionale.
Salvaguardia e rilancio occupazionale, rilancio industriale e tutela ambientale sono, infatti, i cardini del rilancio del paese.
A sindacati e politica il dovere di vigilare sul rispetto dell’accordo, dei tempi previsti e sulla sicurezza reale sul lavoro.
Il neo, che però oggi risulta secondario rispetto all’ urgenza oggettiva di famiglie e ambiente, è che un settore strategico quale quello dell’acciaio finisce in mani straniere.
Noi comunisti continuiamo a ritenere che sia necessario un grande piano di nazionalizzazioni che rimetta nella disponibilità dello stato i settori strategici quali metallurgia, trasporti, infrastrutture, beni culturali.
Continueremo dunque a lavorare perché sia lo stato e non chi cerca il profitto a rilanciare questo paese ma siamo consapevoli che la strada sia lunga e che oggi sia comunque una buona giornata per il paese e per il futuro di tanti lavoratori.
di Lucia Mango, Segreteria nazionale PCI e Responsabile Lavoro