di Edoardo Castellucci, Responsabile Ambiente e Territorio PCI
Ancora una volta siamo qui a parlare di prevenzione e sicurezza. La prevenzione degli incidenti rilevanti e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini.
Quanto accaduto a Porto Marghera, con l’esplosione e l’incendio della fabbrica chimica 3V Sigma, che ha provocato fumi tossici con ammine, cianuri, derivati azotati che hanno interessato le zone circostanti e la laguna di Venezia, è l’ennesima riprova di quanto, per il capitale, non conti nulla la salute dei cittadini e soprattutto dei lavoratori, che sono asserviti alla meschina logica del profitto.
Ancora una volta Venezia e la sua Laguna sono protagoniste dell’ennesima mancata prevenzione e della disattenzione delle normative di sicurezza e di preallarme dettate dal SIMAGE, il sistema di monitoraggio ambientale finalizzato alla tempestiva individuazione, prevenzione e gestione delle
emergenze industriali, messo a punto nel 2011.
Venezia che in questi giorni di pandemia è spettrale senza i suoi turisti, quei turisti “… che – come canta Guccini – cercano in mezzo alla gente l’Europa o l’Oriente, che guardano alzarsi alla sera il fumo – o la rabbia – di Porto Marghera …”
Porto Marghera e la sua area industriale, con la presenza massiccia e pericolosa di industrie ad alto rischio di incidenti rilevanti, con la raffineria, con le industrie chimiche, i depositi di sostanze chimiche e di carburanti, che si appresta ad ospitare le turbogas di ENI ed ENEL, il deposito GNL di metano liquido, che sommati al nuovo polo di incenerimento di Fusina porteranno un ulteriore carico di inquinamento e di rischio tecnologico, è di fatto una polveriera pronta ad esplodere.
Tutte industrie sottoposte alla Seveso, e tutte concentrate li, su quell’area che si affaccia sulla Laguna e che portano ulteriori ferite a Venezia, la Venezia che abbiamo visto affondare tra fine ottobre e inizio novembre 2019, la Venezia che muore piano senza un futuro diverso, la Venezia
che abbiamo visto con i canali tornati limpidi durante questa pandemia.
Questa pandemia, del “niente sarà come prima”, ci ha insegnato che con la prevenzione si riesce a fronteggiare qualsiasi evento e ci dovrebbe insegnare che la salute pubblica e la sicurezza, quella dei lavoratori, quella dei cittadini, quella ambientale, deve essere prioritaria e deve guidare le
scelte per un futuro di Venezia e della Laguna.
Dopo l’incidente a Venezia San Basilio-Zattere, nel Canale della Giudecca, che ha portato alla ribalta l’ormai annoso problema della presenza e del passaggio delle Grandi navi, dopo che i cambiamenti climatici hanno affondato Venezia e il sistema del MOSE, dopo l’esplosione e
l’incendio della 3V Sigma che richiama quello della EcoRicicli di Fusina del 2017, diventa sempre più urgente la salvaguardia di Venezia, col suo patrimonio storico architettonico e della Laguna col suo ecosistema ed equilibrio morfologico.
Diventa sempre più impellente un intervento di bonifica dei suoli di Porto Marghera ed una sua rigenerazione ambientale che disinneschi una volta per tutte il rischio di incidenti rilevanti in un’area patrimonio dell’Italia e del mondo.