di Luca Cangemi, Responsabile Nazionale Scuola e Università PCI
Il PCI sostiene le manifestazioni che si svolgeranno il 25 giugno in molte città italiane per chiedere un’immediata svolta nelle scelte politiche per la scuola.
Il discorso governativo sulla scuola è stato nei mesi del coronavirus ipocrita e sbagliato, molte volte si è superata la soglia dell’irresponsabilità e della decenza. Esiste il rischio concreto che la riapertura a settembre della scuola avvenga in un disastroso caos, aumentando le diseguaglianze tra territori (e persino tra scuola e scuola), spostando su docenti e personale ATA carichi di lavoro e responsabilità inaccettabili.
Intanto avanzano i progetti (piano Colao, Comitato Bianchi, ANP) che vogliono usare il covid19 per sferrare un colpo mortale alla scuola pubblica.
È necessario, dunque, che si estenda il movimento di lotta che sì è positivamente manifestato -coinvolgendo lavoratori e lavoratrici della scuola, studenti, genitori- su una piattaforma giusta e necessaria: forte rafforzamento degli organici, piano straordinario per l’edilizia scolastica, protocolli di sicurezza unitari e adeguati, rifiuto di ogni esternalizzazione e di ogni finanziamento alle scuole private, difesa dell’inclusione degli alunni con disabilità.
A partire da questi obiettivi immediati è necessario riaprire una grande lotta per fermare il lungo ciclo di controriforma della scuola (opponendosi ad aziendalizzazione e autonomia differenziata) e rilanciare l’idea della scuola propria della Costituzione della Repubblica.