Sulla giornata del 25 giugno 2020

di Lucia Mango, Responsabile Nazionale Dipartimento Lavoro PCI

Il PCI sarà con le lavoratrici e ai lavoratori che domani scenderanno in piazza per la loro/nostra dignità.
Oltre 300.000 i posti a rischio, circa 150  le  crisi aziendali alle quali non si vuole dare risposta né soluzioni.
La mancanza di una politica industriale da parte delle istituzioni e la voracità imprenditoriale hanno creato una crescente precarietà per chi vive del proprio lavoro.

C’è bisogno di maggiore presenza (e autorevolezza) dello Stato nell’economia del paese, esso non può limitarsi a dare incentivi, regalare ingenti risorse, garantire prestiti miliardari alle imprese.
Le privatizzazioni degli ultimi 30 anni sono state un fallimento per il tessuto economico del paese e per il benessere della collettività.
Le crisi strutturali di imprese e settori strategici (a partire dall’ILVA) possono e devono essere risolte con la nazionalizzazione e con la compartecipazione diretta dei lavoratori alla gestione delle aziende.

La ricerca e lo sviluppo tecnologico possono e devono essere tesi a rendere il lavoro meno faticoso e alienante, più sicuro e remunerativo per chi lavora (e non solo volti al profitto) e che possono e devono anche rendere la burocrazia efficiente ed efficace (cosa ben diversa dalla proposta padronale di “togliere lacci e laccioli” che, secondo lorsignori, impediscono la crescita … del loro profitto).

È necessaria una politica fiscale improntata su una forte progressività delle aliquote (diminuire quelle per i redditi bassi, aumentare di numero e in percentuale quelle per i redditi più alti) e una patrimoniale strutturale e progressiva sulle grandi ricchezze è altrettanto necessaria e imprescindibile perché la crisi non gravi sulle sole spalle di chi lavora.

Per queste ragioni PCI, solidale con i lavoratori, parteciperà alla manifestazione indetta per domani da Fiom-Fim-Uilm.

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