di Luca Cangemi, Responsabile Dipartimento Scuola e Università PCI
Il testo del PNRR redatto da una ristretta oligarchia e velocemente ratificato a scatola chiusa dal Parlamento non risolve nessuno dei gravissimi problemi della scuola italiana e anzi accentua, potentemente, le tendenze più negative in atto da anni.
Nonostante i forti investimenti annunciati sono i numeri stessi del governo che confermano che su capitoli come scuola dell’infanzia, adeguamento del patrimonio di edilizia scolastica, dispersione scolastica gli interventi previsti non sono in grado di mutare radicalmente una situazione disastrosa.
Sulla questione della digitalizzazione, a cui il governo assegna una centralità ideologica oltre che una prevalenza di finanziamenti, peserà la scelta-a scuola come dovunque- di affidarsi integralmente al mercato. Con la conseguenza devolvere gran parte dei fondi in graziosi regali alle imprese ma anche di consentire la definitiva colonizzazione degli apparati formativi pubblici da parte di potentati economici, basti pensare alla gigantesca speculazione sui dati.
Il capitolo degli ITS ha il medesimo segno: consegnare alle imprese un pezzo di scuola, finanziando la formazione aziendale senza gestirne né finalità né modalità né personale.
Molto pesanti anche le idee che si affermano nel PNRR su chi a scuola lavora. Si parte dal presupposto che il problema della scuola sia la professionalità degli insegnanti, non le condizioni in cui lavorano. E quindi l’enfasi è messa su reclutamento, formazione(obbligatoria), controllo. Invece di valorizzare cooperazione e carattere unitario della funzione docente si delinea una figura di insegnante immerso in una dimensione sempre più aziendalista.
Come non vedere in questo un attacco diretto al (residuo) potere contrattuale dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola? La formazione, le modalità di lavoro non sono tipiche materie contrattuali?
Ovviamente in una scuola di questo genere l’INVALSI assume, esplicitamente, un ruolo dominante.
Nulla, invece, di ciò che veramente servirebbe viene previsto in modo impegnativo, in particolare sugli organici di docenti e ATA.
Infine, una chicca(significativa): viene previsto di decuplicare gli esperimenti di licei quadriennali, cioè il taglio di un anno di scuola superiore. Alla faccia della necessità di aumentare il tempo per la formazione.