I furbetti della corsa al Quirinale

Dario Marini – Segretario Regionale PCI Veneto

Tornano in primo piano i maldestri giochi di Matteo Renzi, il quale dimostra sempre di più di non avere nessun interesse per il bene comune e mira soltanto a dimostrare quanto egli sia bravo nei giochi di potere. Cosa che gli riesce possibile proprio perché il Parlamento appare sempre più come una lobby che persegue interessi individuali (si pensi alla legge che ha soppresso ogni limite per la concessione del vitalizio) e sembra che abbia perso di vista le reali necessità del Paese.

In questo quadro riemerge come un fantasma la persona di Silvio Berlusconi come Presidente della Repubblica, sostenuto questa volta da un accordo tra Lega, Forza Italia, Italia Viva e Fratelli d’Italia. Come comunista sono convinto che Berlusconi, sia per l’età, sia per il suo passato, è inidoneo a rappresentare l’Italia a livello interno e internazionale.

Questo dato dovrebbe svegliare i cosiddetti benpensanti, ove ne esistono in Parlamento, a scegliere la candidatura di una persona che, per età, cultura, indipendenza e amor di Patria, sia al di fuori e al di sopra di ogni corrente politica. I giochi di potere sono iniziati con le nomine alla Rai, le quali hanno visto soccombere la nomina di Carboni, uomo di fiducia del Movimento 5 Stelle, e, come ho detto ieri, si sono concretate nella nomina di persone gradite soprattutto a Forza Italia, Lega, Italia viva e Fratelli d’Italia. La stessa unione di partiti che ieri ha mandato sotto due volte la maggioranza di governo.

Sembra proprio che si sia trattato di esercitazioni di prova in vista della nomina del Capo dello Stato. Un barlume di serietà è apparso nella richiesta del Presidente della Camera Roberto Fico, il quale ha fatto presente a Draghi, che la Camera si è trovata a votare la fiducia all’articolo 7, comma 2, del decreto legge Infrastrutture, riguardante tra l’altro Alitalia, senza aver ricevuto, nonostante varie richieste, le cruciali prescrizioni in proposito della Commissione europea.

Questo fatto dimostra ancora una volta che un filo sotterraneo lega Renzi a Draghi (che evita di apparire in primo piano sulla scena) per attuare una politica economica a favore delle grandi potenze economiche europee e occidentali ai danni dell’Italia. Dimostrazione di ciò è rinvenibile nei vari decreti legge, e specie quello sulla concorrenza, emessi dal governo Draghi e in particolare dai vari provvedimenti adottati da Renzi quando è stato Presidente del Consiglio.

Provvedimenti che hanno regalato allo straniero tutto il petrolio sottostante il territorio italiano, compreso quello marittimo (Enrico Mattei aveva costruito l’Eni partendo proprio dal petrolio esistente sotto il suolo italiano), ha eliminato il Corpo forestale dello Stato, ha distrutto le soprintendenze, facendo dipendere i sopraintendenti dai prefetti, ha favorito la distruzione dei territori agricoli e forestali, ha consentito la vendita di varie industrie strategiche, tra le quali per fare un esempio, parte di Alitalia all’araba Ethiad, e così via dicendo.

Come si nota tutto congiura contro l’esistenza stessa dello Stato-Comunità e cioè del Popolo italiano, che, a causa di mezzi d’informazione sostenuti dalla finanza nazionale e internazionale, non sono informati di queste azioni deleterie e non si rendono conto di quale sia la causa dell’immenso disastro economico che stiamo soffrendo.

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