Il PCI dice no alla nuova base di Coltano

No all’utilizzo ulteriore del territorio pisano a fini militari!

Comunicato della Federazione di Pisa del Partito Comunista Italiano

Fonte immagine: il Tirreno

Nella tragica ed irresponsabile corsa agli armamenti delle ultime settimane, tra la conferma dell’aumento delle spese militari (portate al 2% del Pil!) per soddisfare la Nato e la decisione del governo di inviare armi in Ucraina, arriva l’ennesima pessima notizia, ancora una volta dal territorio pisano. Proprio a inizio aprile, infatti, su proposta del ministro Lorenzo Guerini, è stata annunciata una massiccia ristrutturazione con ampliamento dell’ex Centro Radar di Coltano (Pisa). L’area si allargherĂ  fino a 70 ettari allo scopo di ospitare le sedi del Gruppo intervento speciale (Gis), del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti Tuscania e del Centro cinofili dell’Arma. 
Oltre a essere l’ennesimo schiaffo a un territorio giĂ  abbondantemente militarizzato (presenti giĂ  l’aeroporto militare e la gigantesca base di Camp Darby a pochi chilometri) si tratta anche di un ulteriore sopruso nei confronti del Parco Regionale di San Rossore, considerato in via di fatto un volume e bene territoriale vuoti su cui edificare a piacimento, a seconda del governo di turno. Di nuovo, risorse che sembrano non esistere mai quando si parla di assumere insegnanti e personale sanitario, oppure di ristrutturare scuole o potenziare in via reale i trasporti pubblici; oggi – grazie al PNRR – con uno schiocco di dita del governo Draghi, soldi pubblici vengono subito messi a disposizione per produrre armi o ampliare basi militari.
Il PCI non condivide quest’idea di utilizzo del territorio, col solito ricatto per la popolazione locale di “opportunitĂ  di lavoro” e “prestigio per l’area”. In proposito, chiediamo che la pressione militare su Pisa e sul Paese venga anzi ridotta, destinando con urgenza le risorse in questione alla sicurezza sul lavoro, alla sanitĂ , all’istruzione e agli altri settori di interesse pubblico che hanno subito in questi anni duri colpi ed un impoverimento a causa della crisi.

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