La grande guerra

PCI – Dipartimento Nazionale Lavoro

Ci sono decine di conflitti armati che infestano il mondo. Oggi si parla di quello che avviene in Ucraina, cominciato 8 anni fa ma assurto alle prime pagine dei giornali da qualche mese, ma ce ne sono tanti altri dallo Yemen alla Siria, alla Libia, al Mali, alla Palestina che hanno luogo in paesi che consideriamo “remoti” e poco interessanti per l’opinione pubblica nostrana anche perché, in questi conflitti si dovrebbero individuare responsabili “scomodi” che vanno in contrapposizione con il pensiero unico imposto nella parte del mondo della quale facciamo parte.

E poi ce ne è un altro che ci ostiniamo a considerare meno cruento e che, invece, bisognerebbe definire “la grande guerra” che dura da tempo immemorabile e che, in definitiva, partorisce tutti gli altri, passati, presenti, futuri.
È una guerra che produce milioni di vittime, fame, povertà, immense ricchezze. È la guerra capitalista e finanziaria tra i padroni (e i loro lacchè) e le persone comuni. Una guerra della quale è meglio tacere. Ma esiste e si evolve di anno in anno devastando popolazioni intere e il pianeta tutto.

Oggi viene pubblicato un articolo di Oxfam che è indicativo di questo conflitto globale.

Ne riportiamo alcune frasi:

… “Negli ultimi 2 anni i miliardari che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e energetico hanno visto aumentare le proprie fortune al ritmo di 1 miliardo ogni 2 giorni, mentre 1 milione di persone ogni 33 ore rischia di sprofondare in povertà estrema nel 2022” … “La ricchezza dei miliardari è aumentata, in termini reali, più in 24 mesi di COVID-19 che nei primi 23 anni delle rilevazioni di Forbes ed è ora equivalente al 13,9% del PIL mondiale, una quota più che triplicata dal 4,4% del 2000” … “I 20 individui più ricchi del pianeta hanno patrimoni che valgono più dell’intero PIL dell’Africa subsahariana” …
…“Le imprese nei settori energetico, alimentare e farmaceutico – caratterizzati da situazioni di forte monopolio – registrano profitti da record, mentre i salari rimangono stagnanti e i lavoratori sono esposti a un aumento esorbitante, se paragonato agli ultimi decenni, del costo della vita. Cinque delle più grandi multinazionali energetiche (BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron) fanno 2.600 dollari di profitto al secondo” …
…“La pandemia ha prodotto 62 nuovi miliardari nel settore alimentare. Insieme ad altre tre impresela famiglia Cargill controlla il 70% del mercato agricolo globale, e ha realizzato l’anno scorso il più grande profitto nella sua storia (5 miliardi di dollari di utile netto), record che potrebbe essere battuto nel 2022. La sola famiglia Cargill conta ora 12 miliardari, rispetto agli 8 di prima della pandemia” …
…“Su scala globale, un lavoratore che si trova nel 50% degli occupati con retribuzioni più basse dovrebbe lavorare per 112 anni per guadagnare quello che un lavoratore nel top 1% guadagna in media in un solo anno” …

Leggendo queste affermazioni (suffragate da dati certi e dalla realtà che ognuno sta vivendo sulla propria pelle) si dovrebbe capire da dove nascono l’aumento delle spese militari e le guerre cruente, perché vengono scatenate, a chi servono, chi arricchiscono. E chi sono le vittime e chi i carnefici. Che siano le decine di conflitti armati o la “grande guerra globale del capitalismo” producono disastri tra i popoli della terra, distruggono l’ambiente, fanno accumulare ricchezze inaudite e impensabili nelle tasche di pochi e riducono alla fame, alla povertà, alla mancanza di salute e sicurezza, la stragrande maggioranza della popolazione mondiale alla quale viene cancellato il futuro e qualsiasi speranza.

Ma quella nella quale viviamo è vera democrazia? E i popoli del mondo e anche noi che viviamo nella parte più ricca del pianeta, siamo realmente liberi? È difficile anche solo pensare che sia così. Questo precipitare verso un mondo nel quale pochi hanno la ricchezza globale e il resto sta diventando sempre più povero è il risultato di un sistema feroce e spaventoso che può e deve essere combattuto e abbattuto.

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