PCI – Dipartimento Lavoro
Il Partito Comunista Italiano legge con grandissima preoccupazione le notizie delle perquisizioni e di misure cautelari che dall’alba di oggi stanno colpendo dirigenti e sindacalisti di USB e SI COBAS della logistica. Fonti dirette (comunicato di USB di questa mattina) rivelano che questa operazione di polizia si basa su un’ordinanza di 350 pagine emessa dalla procura di Piacenza. Un “teorema giudiziario”, come viene definito nel comunicato di USB, che si fonda su un lunghissimo elenco “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc.
In pratica su azioni che lavoratrici e lavoratori compiono in difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Quello che si configura è un attacco, contro tutto il movimento sindacale, estremamente allarmante e potrebbe essere l’inizio di un tentativo di “normalizzare” e reprimere le lotte in atto oggi e di quelle che, probabilmente, cresceranno nel paese il prossimo autunno.
Gli arresti domiciliari e le perquisizioni nei confronti di rappresentanti di lavoratrici e lavoratori dimostra una volontà di colpire ogni espressione e qualsiasi conflitto ritenuti contrari al pensiero unico dominante e, quindi, pericolosi per un sistema sempre più ostile a chi vive del proprio lavoro.
Di fronte a tutto ciò è necessario promuovere una campagna di sensibilizzazione e di unità tra tutte le organizzazioni politiche, sindacali e sociali che si vogliono opporre alla deriva antidemocratica in atto da tempo in Italia e non solo.
Il Partito Comunista Italiano appoggia lo sciopero della logistica indetto da USB e fa appello perché cresca un movimento che si opponga a qualsiasi tentativo di criminalizzare chi lotta per difendere il diritto costituzionale di lavorare meglio, meno, in sicurezza e con la giusta retribuzione.