La scuola scheda in massa gli studenti sulla base di un algoritmo

Dipartimento scuola PCI

Tra il ministero di Patrizio Bianchi e quello di Giuseppe Valditara il passaggio di testimone non avrebbe potuto essere più ideologicamente connotato. Dopo le Linee guida per la didattica della frontiera adriatica e la circolare sulla caduta del Muro di Berlino, la scuola italiana subisce un nuovo devastante intervento sui complessi piani della didattica e della valutazione.

La prima tranche dell’Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali del I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica finanziato da fondi PNRR è stata infatti ripartita tra regioni e istituzioni scolastiche adottando parametri derivati dai risultati delle prove INVALSI: sulla base di un test sinora segreto e la cui valutazione dipende da un algoritmo non verificabile, ogni studente è stato classificato in base ai livelli di fragilità individuati nelle prove e identificato presso le scuole attraverso i codici numerici a ciascuno assegnati.

Si tratta di una vera e propria schedatura di massa, come hanno denunciato ROARS (1) e FLC CGIL (2), ripresi dalla stampa nazionale, senza che le famiglie abbiano dato alcun consenso a questa certificazione e con il pressoché impossibile mantenimento dell’anonimato di un test nato per valutare l’efficacia didattica complessiva degli istituti scolastici e non il successo o l’insuccesso scolastico del singolo studente. La difesa del presidente dell’INVALSI Ricci al «Corriere della Sera» (3) non fa invece che confermare il quadro, peggiorandolo con una serie di affermazioni gravissime (4).

L’esito dei test standardizzati diventa surrettiziamente lo strumento principale per la valutazione degli studenti, depotenziando il ruolo di valutazione del collegio docenti e orientando la prassi educativa esclusivamente verso il superamento delle prove. Un attacco diretto alla scuola come comunità educante, che favorisce inoltre il fiorire di corsi privati per addestrare gli studenti ai test, contro il quale il PCI ribadisce la più ferma condanna.

Riferimenti

1) https://www.roars.it/online/schedatura-di-stato-invalsi-nomi-e-cognomi-degli-studenti-disagiati-e-adesso/

2) https://www.flcgil.it/comunicati-stampa/flc/invalsi-flc-cgil-rimettere-in-discussione-l-utilizzo-prove-per-l-individuazione-dei-livelli-di-fragilita-negli-studenti.flc

3) https://www.corriere.it/scuola/medie/22_novembre_15/invalsi-scoppia-caso-bollino-fragilita-studenti-ricci-solo-strumento-distribuire-fondi-fcbf8720-64b6-11ed-afef-649581263307.shtml

4) https://www.roars.it/online/invalsi-conferma-la-schedatura-di-massa-degli-studenti-fragili-a-insaputa-dei-genitori/?fbclid=IwAR00W2IeZW_YnV3d4p11fre9yGZ-HbCFDAFVdTWo0PTmy7OIBODTQGzoxFo

One Comment

  1. Paolo Iacchia

    L’uso dello strumento INVALSI per demolire completamente il senso della scuola e il valore degli insegnanti capaci e impegnati, per una formazione che nulla ha più di strumento per far maturare il cittadino, come membro di una comunità democratica volta al progresso di tutti, trova una rispondenza nel mutamento dei vocaboli usati per definire le situazioni sociali esistenti. Non solo nelle circolari ministeriali, sono scomparse le classi sociali: non ci sono più i diritti politici e sociali, né sfruttati e sfruttatori: ora ci sono i “fragili”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *