IL  PCI CONTRO IL DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO

Annamaria Zisa – Referente scuola PCI Toscana

LA REGIONE TOSCANA SE NE FACCIA CARICO E CONCEDA DEROGHE

La logica neoliberista di privilegiare in ogni campo un assetto gestionale che sia in grado esclusivamente di garantire il ritorno economico a essa funzionale, a discapito ovviamente di ciò che comunque possa avere a che fare con finalità sociali, non trova ostacoli, ma comune condivisione, nel nome di quella che viene esaltata da più di trent’anni come alternanza democratica.


Il ministro dell’istruzione e del merito (come lo chiamano) Valditara e il governo di cui fa parte hanno inserito, tra le tante, nella legge di bilancio 2023 la norma che prevede il “DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO”, cioè accorpare gli istituti con meno di 900 studenti a quelli con maggiore popolazione scolastica!


Ciò farà sì che in tutta la Regione Toscana le scuole di molti paesi, e non solo quelli piccoli, non avranno più dirigenti scolastici e dirigenti dei servizi amministrativi. Ciò significa che la comunità scolastica si troverà in gran parte di punto in bianco ridimensionata, senza la presenza del responsabile del Piano dell’Offerta Formativa quale coordinatore delle varie attività educative che distinguono ogni singola scuola.


Un dirigente scolastico di un istituto con più di mille studenti dovrà farsi carico anche di istituti con un numero leggermente inferiore del proprio , arrivando così a gestire mega istituti con decine di plessi in cui già la salvaguardia della sicurezza sarebbe un compito arduo, figurarsi il riuscire a garantire a tutti gli utenti livelli accettabili di fruizione di progetti didattici, di processi d’inclusione, di recupero, di sperimentazione educativa e così via.


L’ennesimo passo indietro della scuola quale servizio sociale primario.
Come PCI della Toscana chiediamo a tal proposito, ritenendolo necessario, che la Regione si faccia carico di tutte le problematiche implicite a questo “dimensionamento scolastico”, concedendo deroghe, specialmente nelle realtà di singoli paesi, dove con una scuola così depotenziata, si rischia notevolmente di perdere l’identità culturale/storica/sociale di quello specifico territorio.


E allo stesso tempo che le varie Amministrazioni comunali si mobilitino affinché la Regione agisca in tal senso.

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