Due mesi di morti sul lavoro (dimenticati)

Dipartimento Lavoro PCI

Dalle informazioni dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli si può venire a sapere che, se nei primi due mesi del 2022 sono stati 93 i morti per infortunio nei luoghi di lavoro, nei primi due mesi del 2023 sono già 97.

Una crescita, l’ennesima in questa spaventosa statistica che, sembra, importi poco o niente a troppi. Eppure, nei 365 giorni dell’anno scorso, si sono “contati” 757 morti per infortunio nei luoghi di lavoro, il numero più alto da 15 anni. Da quando, cioè, Carlo Soricelli iniziò il suo doloroso lavoro, usando internet e una rete di segnalatori (cosa che avviene da pochi anni), di rilevare il numero reale complessivo di chi muore lavorando. Chiunque, anche chi non è assicurato INAIL, anche chi lavora in nero, chi muore schiacciato dal trattore, i giovani durante l’alternanza scuola lavoro.

Ogni anno che si conclude o ad ogni tragedia particolarmente commovente o cruenta, ci si straccia le vesti, si dicono le frasi di circostanza, si spendono alcune lacrime, si dice forte “mai più” … e poi? Poi niente, tutto continua come prima. Condizioni di lavoro sempre peggiori, precariato, lavoro nero, salari insufficienti a sopravvivere, età sempre più avanzata … sfruttamento. Tutto questo e altro ancora produce malattie, infortuni, morti sul lavoro. E come non si può affermare che avviene tutto anche a causa dell’indifferenza, del considerare normale che questo possa accadere e che non serve lottare dal momento che, ci insegnano, il sistema nel quale siamo costretti sia l’unico possibile.

L’aumento dei morti sul lavoro è, anche o soprattutto, una sconfitta culturale. L’accettazione supina di una situazione alla quale ci stiamo abituando sempre di più e che si può descrivere come la mancanza di coscienza critica e di classe che ci porta a diventare servi che sperano nella generosità di chi è più ricco. Sempre più poveri, sempre più privati di futuro e speranza.

Tutto questo non può essere accettabile. Non deve esserlo. Bisogna pur fare qualcosa e non aspettare. Dipende da ognuno di noi, da chiunque creda realmente che la salute e la vita di qualsiasi lavoratrice e di ogni lavoratore vengono prima del profitto individuale che qualcuno accumula.

Partiamo da questo e cominciamo a ricostruire un progetto che non si limiti a ipotizzare qualche miglioria pur necessaria. Tentiamo di disegnare una società diversa, un nuovo modello di sviluppo che possa spazzare via le crescenti disuguaglianze, lo sfruttamento del lavoro altrui, la povertà di chi viene sfruttato. Iniziamo partecipando al lavoro di Carlo Soricelli.

Esigiamo che si istituisca il reato penale di omicidio sul lavoro, che ci sia una vera rappresentanza a garanzia di chiunque lavori, che le retribuzioni siano legate all’aumento del costo della vita, che esista un salario minimo garantito, che si lavori meno, meglio e in sicurezza.

Per un Comitato Permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro

ADERISCI ANCHE TU ! – Noi riteniamo che garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sia una questione assolutamente prioritaria che si deve affrontare e risolvere in maniera decisa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *