Dipartimento comunicazione PCI
Non è la prima volta che i bambini vengono strumentalizzati per la propaganda di guerra, e non è la prima volta neanche contro i russi, un tempo anche accusati come comunisti di essere… divoratori di bambini.
Nella seconda guerra mondiale vi fecero ampio ricorso i fascio-nazisti, in particolare dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia.
Il rappresentante russo in visita nell’isola rivolse un invito ai bambini poveri offrendo loro di poter usufruire delle colonie nelle zone russe non toccate dalla guerra.
“Questa notizia – scrisse il giornale della resistenza marchigiana “La Riscossa” nel febbraio 1944 –
ha messo sulle furie tutta la stampa fascista, la quale come al solito ha inventato perfino la favola del ratto dei bimbi, strappati dalle braccia dei loro genitori, imploranti pietà per le loro piccole creature.”
Trasferire bambini dalle zone di guerra del Donbass, sottoposte a incessanti bombardamenti grazie anche alle armi e munizioni dell’industria bellica occidentale generosamente donate dai governi della Nato, appare una misura protettiva doverosa. Che viene invece etichettata come “deportazione” da un sedicente “tribunale internazionale” riconosciuto da pochi paesi e senza alcuna credibilità di indipendenza.
Durante la seconda guerra mondiale era sceso in campo lo stesso “Comandante Supremo” delle forze tedesche di occupazione affermando in un manifesto per incutere terrore: “Bambini italiani vengono inviati nella Russia sovietica per non vedere mai più i loro genitori.”
E in un manifesto “alle mamme”: “Chi salverà i vostri figli?In quali zone dell’immensa Russia dovrete, fra qualche anno, andare invano a ricercare i cadaveri dei vostri bimbi, che per ordine di Stalin, son partiti e continuano a partire dall’Italia meridionale verso la lontana e tragica Russia?”
Il manifesto che riproduciamo qui sotto è di quelli che furono affissi “sui muri della Valsesia”, presentati in una mostra del 1986 a cura dell’Istituto per la storia della Resistenza della provincia di Vercelli. Nel disegno si vedono soldati negri – elemento razzista rafforzativo del concetto – che separano i bambini dalle mamme, la didascalia recita: “Strappati dalle braccia materne un tremendo destino li attende”.
Come colpevoli sono indicati insieme inglesi, statunitensi, monarchici e comunisti, e a firma del manifesto “LA VOCE DELLA VERITA’ E DELLA GIUSTIZIA”.
Quella stessa che oggi si invoca da giudici compiacenti di un tutt’altro che neutro “tribunale”.