Multiutility Toscana: fermiamoci e ragioniamo

SEZIONE PCI EMPOLESE VALDELSA

Il Consiglio Comunale di Cerreto Guidi si è riunito lunedì 17 aprile 2023. Il punto  

3 all’ordine del giorno riguardava la mozione presentata dal Partito Comunista Italiano per richiedere l’annullamento della delibera avente per oggetto l’approvazione dell’Operazione Multiutility per la creazione di una holding dei servizi della Toscana.

La mozione è stata respinta col voto contrario del Gruppo Consiliare PD (maggioranza monocolore).

Qui sotto l’intervento del PCI, letto dalla Capogruppo del nostro Partito, Susanna Rovai.

Buonasera a tutte e tutti,

non leggerò il testo della mozione presentata dal mio Partito, supponendone la presa visione e valutazione da parte del Consiglio.

Quello che intendo fare è, invece, evidenziare alcuni punti e nodi delle questioni poste alla vostra attenzione, che ritengo molto importanti.

La costituzione della Multiutility -ad oggi- presenta oggettivamente enormi falle, sia dal punto di vista tecnico che politico.

In verità, l’intera operazione è stata condotta con superficialità e pressappochismo presentando un punto debole che ritengo fondamentale: l’assenza -o comunque, la non osservanza di fatto- del necessario percorso partecipativo che doveva dare credito, spessore democratico e popolare a tale iniziativa. In una parola, siamo oggi in presenza del mancato coinvolgimento dei cittadini.

Ne è riprova il mancato svolgimento dell’attività di “Due-Diligence”, necessaria a far comprendere le potenzialità dell’investimento.

Non può sfuggire come lo stesso Dott Jacopo Conti (l’esperto nominato dal Tribunale di Firenze), sottolinei nella sua relazione molte criticità di cui peraltro vi è più di un cenno nella mozione che stasera è all’ordine del giorno. Il tutto, in presenza della sussistenza di profili e nodi giuridici, che presuppongono la nullità dell’operazione.

Sappiamo tutti molto bene come Consiag, sia titolare delle reti idriche comunali che si caratterizzano per “vincolo di incedibilità”, in quanto beni demaniali. Così com’è chiaro il fatto che l’incorporazione di Consiag in Alia, comporterebbe la cessione e la perdita delle reti idriche da parte dei Comuni.

Il Tar della Toscana si è già espresso in materia, proprio a seguito di ricorso della stessa Consiag nei confronti del Comune di Barberino, sostenendo -per l’appunto- come la dismissione violi la norma imperativa di incedibilità di beni di proprietà del Demanio pubblico costituenti dotazione del servizio idrico.

Sotto questo profilo, al netto della nostra chiara contrarietà sul piano politico, invito la maggioranza a riflettere e valutare le conseguenze di un atto che potrebbe esporre il Comune a possibili annullamenti in sede giurisdizionale e possibili responsabilità per danni erariali e spese giudiziali.

Il 26 Gennaio è nata la Multiutility. Una holding finanziaria che non si occuperà degli investimenti necessari, delle tariffe e della gestione dei servizi. La Multiutility si occuperà degli aspetti finanziari, ovvero -in sostanza- della finanziarizzazione di beni in linea di principio indisponibili!

Chi ha deliberato la scelta politica fatta non va certo nella direzione di garantire servizi essenziali ai cittadini. Non solo tradisce il referendum del 2011 ma si riempie la bocca con i termini quali “ripubblicizzazione, transizione ecologica e economia circolare” quando, invece, la scelta politica che conta è quella della finanziarizzazione e della privatizzazione dei servizi.

Tutto ciò, alla luce di violazioni che la mozione ha evidenziato, che come già detto potrebbero portare alla nullità degli atti, configurando un danno erariale del quale chi ha votato a favore, potrebbe essere chiamato a rispondere personalmente.  

Molte volte in questi ultimi decenni, soprattutto dall’inizio degli anni ottanta in poi, il vento delle privatizzazioni ha colpito in maniera seria la presenza della mano pubblica in Toscana circa il governo di beni essenziali dai quali dipendeva grande parte della qualità e del diritto di accesso a servizi essenziali determinanti la qualità della vita delle nostre comunità. Trasporti, centrali del latte, istruzione di base e nidi, centri termali, cave, parchi e gestione del territorio (…e molto altro), sono stati sottoposti ad una spoliazione democratica di fatto. Via via, le hanno chiamate “esternalizzazioni”; traducendosi in via di fatto in privatizzazioni e nel peggioramento dei servizi. In ogni occasione ci è stato detto, e a più riprese promesso, che la presenza del privato avrebbe migliorato il servizio, abbattuto le tariffe, rappresentato un volano virtuoso i cui benefici effetti si sarebbero riverberati sulle tasche e la vita dei cittadini. Non è così e non è andata cosi! Un processo che in via capillare e a macchia d’olio ha nel tempo coinvolto molte realtà locali della nostra Regione interessando settori quali le affissioni, le manutenzioni, la gestione del verde, la stessa gestione dei tributi in qualche caso affidata a società esterne… e potremmo a lungo continuare.

Oggi si alza il livello, e con esso il rischio, attraverso un’operazione che sposta la partita dalla presenza della mano privata in quote rilevanti, alla scelta della finanziarizzazione. Una scelta che rende omaggio alla cultura liberista, alla cultura della rendita e della possibile speculazione finanziaria, che non casualmente segna la fase presente e la filosofia di governo che la ispira; una filosofia che senza soluzione di continuità, ha caratterizzato e caratterizza in maniera preoccupante sia l’azione dei governi di centrosinistra che l’attuale governo di destra-centro che oggi guida il Paese ed in maniera ormai non piccola, parte rilevante delle stesse città e borghi in Toscana. 

La costruzione della Multiutility, corrisponde a questa nuova fase. Una fase di oggettiva spoliazione delle potestà comunali e locali, una fase di riduzione del necessario controllo democratico e peso, esercitabile dalle stesse assemblee elettive. Un’operazione monopolistica tesa alla formidabile concentrazione di beni e servizi col fine, non certo secondario, di giungere alla quotazione in borsa di acqua, rifiuti, energia. Un errore grave sul piano democratico, un errore sullo stesso terreno della gestione circa beni che quel che riguarda i comunisti, devono restare indisponibili risultando sottratti alla logica e al rischio della speculazione, al crescere di appetiti e alla pressione di gruppi di interesse capaci di colpire non poco il governo democratico delle nostre comunità. Fermiamoci e riflettiamo! Fermiamoci e approfondiamo! Quello che oggi, qui e altrove, stiamo decidendo, inciderà profondamente e a lungo sulla vita e le condizioni di tanti e di tante. Si tratta di una grave e di una grande responsabilità. Per nostra parte, stante l’attuale piano di cui siamo a conoscenza, il Pci si opporrà in ogni sede e con qualunque mezzo democratico a tale deriva.

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