LA SICILIA IN FIAMME: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

PCI Sicilia

Da Palermo a Catania, da Messina a Siracusa e Ragusa. Da Agrigento a Caltanissetta, da Enna a Trapani, dalle Madonie ai Nebrodi. E poi Monte Grifone, San Vito Lo Capo, Tindari, la riserva naturale di Capo Gallo nel palermitano e quella della Timpa di Acireale, il tempio ellenico di Segesta, le Terme Romane di Santa Venera ed innumerevoli monumenti storici situati nelle diverse province dell’isola: gli incendi che hanno devastato tutta la Sicilia divorando migliaia di ettari di macchia mediterranea, che hanno provocato morti e migliaia di sfollati, lasciando città e paesi senza luce nè acqua, bloccato autostrade e treni per ore interminabili, riducendo in cenere abitazioni ed attività lavorative, distruggendo fauna e biodiversità, rappresentano le conseguenze ampiamente prevedibili di un disastro altrettanto ampiamente annunciato.


Nonostante il sacrificio encomiabile di Vigili del fuoco, Protezione Civile e della Guardia Forestale, costretti a turni massacranti con l’umiliazione di trovarsi in prima linea senza mezzi di fronte ad un nemico che tutti sanno arrivare, puntualmente, ad ogni estate, ma che nessuno ha imparato a prevenire nonostante le note previsioni dei giorni precedenti.
Alla grave emergenza dei collegamenti dopo l’incendio nell’aeroporto di Catania, per il quale, ancora oggi, non si hanno notizie certe sulle tempistiche di ripristino, si è aggiunta la catastrofe di fiamme che ha messo in ginocchio tutta la Sicilia, martoriata sì dalle fiamme, ma (anche e soprattutto) dal peso insostenibile di una gestione incompetente ed irresponsabile del territorio, dall’incuria, dallo sperpero di risorse e dall’inadeguatezza cronica della Regione e dei nostri governanti.

Gli stessi governanti degli stessi partiti che sino al giorno prima questa tragedia, plaudivano entusiasti alle parole di un ministro che ancora oggi trova l’ardire di difendere il progetto del Ponte sullo Stretto, sembrano non vedere l’incuria e il degrado delle nostre strade e autostrade, delle città e dei loro quartieri. Una politica affarista e corrotta che ci “indica la luna” ben sapendo della totale assenza dei servizi essenziali e che si mostra, ancora una volta, incapace, inadeguata ed insensibile.


Il Partito Comunista Italiano chiede all’irresponsabile governo regionale un cambio di rotta: basta promesse vuote e opere faraoniche utili solo a soddisfare gli appetiti mafiosi. La bellezza del territorio siciliano è patrimonio e ricchezza, è pane quotidiano e fonte di sostentamento di tutti noi e va salvaguardato. Non è più tollerabile l’assenza cronica di mezzi, non è più accettabile un territorio in stato di abbandono. L’alternativa esiste e si chiama prevenzione e gestione del bene comune, tutela ambientale e salvaguardia del territorio e, di conseguenza, valorizzazione del patrimonio naturalistico e archeologico della nostra amata Sicilia.

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