I BRICS si espandono e si rafforza il multilateralismo

È ufficiale: dal primo gennaio 2024 entreranno a pieno titolo nel gruppo BRICS anche Argentina, Iran, Etiopia, Arabia Saudita, Emirati Arabi ed Egitto.
Portando ad undici di paesi aderenti, che rappresenteranno il 37% del PIL globale e oltre il 40% della produzione mondiale di petrolio, il mondo multipolare inizia veramente a prendere egemonia nei confronti di tutta una serie di altre istituzioni mondiali storiche.
L’occidente e il G7, un club ristretto con criteri non di parità vera tra i propri partner ma di fatto di mera sudditanza a Washington, dovrà prendere atto che i tre quarti dei paesi del mondo desiderano una maggiore libertà ed indipendenza e hanno trovato nel gruppo BRICS lo strumento ideale per poter crescere e prosperare.

Sarà difficile, in quanto la mentalità neocolonialista e imperialista dell’Occidente ha plasmato secoli di storia capitalistica ed è entrata profondamente presso l’opinione pubblica col concetto di superiorità morale dell’uomo europeo per quanto riguarda il suo modello sociale, di governo e di sviluppo di quelle comunità politiche che chiamiamo “Stati”. Difficile ma necessario cambiare mentalità e visione, per vivere in maggiore armonia con i restanti tre quarti dell’umanità.

Questo è anche evocativo di un passaggio di epoca non solo in termini di mera questione di potenza geopolitica, ma anche da un punto di vista culturale in quanto le condizioni di adesione al gruppo BRICS si basano su basi di mutuo vantaggio e di reciprocità: sempre più preoccupati dall’emergere di un mondo multipolare, i centri informativi del mainstream occidentale continuano ad evidenziare come ci siano differenze tra i cinque paesi fondatori (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) ma non vogliono, o probabilmente non intendono ammetterlo, capire che è proprio questa base paritaria di accordo di unità nelle differenze che sta creando, rafforzando e allargando sempre di più il gruppo dei paesi che ormai non si possono più definire emergenti ma veri e propri competitori del gruppo dei G7 per una visione multilaterale del mondo.

È questo passaggio un superamento del sistema capitalistico? Certamente no, ma sarebbe dogmatico e riduttivo non vedere l’evoluzione a livello di diritto internazionale da un sistema di carattere egemonico unipolarista a un sistema più “democratico” tra stati.
e in tutto questo, il nostro paese si fa trovare impreparato, inadeguato, senza i necessari strumenti di analisi né da parte del governo di destra, né da parte della stragrande maggioranza delle opposizioni in Parlamento che sono composte da formazioni politiche o troppo recenti e con troppa poca storia e molto variegate al loro interno o che hanno abiurato la loro vocazione di trasformazione sociale già da parecchio tempo. Un panorama desolante, quello italiano, che si nota anche nei principali mezzi di informazione del nostro paese.

Come Partito Comunista Italiano non possiamo che vedere con grande positività questo passaggio e invitiamo le istituzioni Italiane a considerare che la Storia e le occasioni che essa presenta a volte necessitano di atti di coraggio e di indipendenza. Non possiamo continuare ad essere semplicemente eterni debitori senza alcuna autonomia decisionale su come impostare i nostri canali economici, di investimento e di sicurezza. Dobbiamo guardare con maggiore fiducia al nostro futuro che sta sia in Europa che nel mondo, un mondo che non si può ridurre certo al G7.

Dipartimento Esteri PCI

One Comment

  1. italo

    Finalmente os países ricos começam a reconhecer a importância de países como o Brasil, Argentina etc…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *