Se soffre l’emergenza (118)

PCI - Se soffre l'emergenza

Emergenza: in affanno il settore di Pronto Intervento tra tagli e accentramenti. Per il PCI la salute resta un diritto!

Ogni giorno il settore relativo al Pronto Intervento (118) e all’emergenza segnala il progressivo accumularsi di difficoltà. Problemi che si ripercuotono sui tempi e le modalità di attuazione del servizio su cui è necessario riflettere severamente. Per l’intera Costa Toscana e non solo, mercé la riorganizzazione regionale in vigore, la Centrale Operativa 118 Sud (Livorno-Pisa) coordina gli interventi che vanno dall’isola d’Elba sino a Pisa.

Un servizio Vitale per definizione a cui – nell’immediatezza delle cure necessarie – sono spesso legati in senso stretto il destino e le attese di sopravvivenza dei cittadini. Un servizio in cui rapidità dell’intervento, qualità delle strumentazioni presenti a bordo, competenza e professionalità, fanno in via sostanziale la differenza. Un servizio la cui efficienza, segnala direttamente il tasso di effettiva solidarietà sociale da garantirsi in via universale a tutti, l’indice di sviluppo di adeguate politiche sanitarie, il grado di civiltà di un territorio.

Al contrario, in forza di una riorganizzazione regionale che tende a comprimere i necessari investimenti in tale direzione (“investimenti” e non “costi”, come l’affermarsi di certa cultura aziendalistica ha imposto nel linguaggio corrente), la sanità pubblica è nel suo complesso oggi sotto schiaffo, via via depauperata e tradita tra tagli orizzontali ai plessi ospedalieri e ai servizi, e il dirottamento progressivo verso la sanità privata (per chi se Io può permettere!), o addirittura verso la non cura o cura insufficiente per molti. In sostanza, chi può al bisogno si cura adeguatamente o sempre meglio, chi non può soffre.

In questo contesto, non fa eccezione il Settore del Pronto Intervento a cui sono stati sottratti in questi anni centinaia di milioni. La chiamano “razionalizzazione”, ma si legge taglio progressivo e brutale alla medicina territoriale e di vicinato, alla prevenzione, alla stessa medicina d’emergenza.

Una Pronto Intervento che sfianca un volontariato generoso che pur vantando in Toscana antiche radici e tradizioni, non può e non deve risultare presenza sostitutiva ma semmai integrativa la “mano pubblica”, come norma e logica vorrebbero. Intanto, razione di molte Associazioni soffre il crescere di costi che vanno di pari passo col venir meno di adeguati contributi e storni regionali.

Intanto, soffre il servizio di emergenza con un evidente affanno circa i tempi e le condizioni degli interventi. Una vergogna che sta in capo all’attuale maggioranza politica a guida PD che governa al momento la Toscana. Una vergogna democratica e civile. II PCI non ci sta! Per noi comunisti la salute non è una merce ma resta un diritto! Chi toglie soldi pubblici, soldi di tutti alla salute, toglie soldi alla vita di tutti. Basta coi tagli. Si deve invertire rotta. Meno soldi per sprechi e passerelle. In questo Paese meno soldi per le armi. Più risorse per ospedali, scuole, servizi pubblici! La sanità divenga baluardo concreto di una nuova stagione di lotte democratiche.

I cittadini, i lavoratori e la Toscana meritano di più.

PCI Federazione di Pisa

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