Quello che è emerso nei giorni scorsi, attraverso due comunicati distinti delle Procure di Genova e della Spezia, rappresenta una serie di gravissime ipotesi di reato e di rapporti politico mafiosi che, se confermati, paleserebbero un sistema di potere spregiudicato e perverso che coinvolge, oltre al Presidente della regione Liguria, Giovanni Toti (agli arresti domiciliari), Paolo Emilio Signorini (destinatario di una misura della custodia cautelare in carcere), già presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, gli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli, l’imprenditore Mauro Vianello, il consigliere di amministrazione di Esselunga Francesco Moncada, Matteo Cozzani, capo di gabinetto del Presidente della Regione ed ex Sindaco di Porto Venere oltre ad altre persone facenti parte di un elenco destinato ad aumentare nelle prossime ore.
Nessun stupore; atteggiamenti ambigui e situazioni particolari hanno sempre fatto pensare a coinvolgimenti che il nostro partito è stato tra i pochi a denunciare evidenziando le pericolose commistioni fra politica e affari, fra società e fondazioni create ad hoc per aggirare normative e obblighi di trasparenza finanziaria.
Significative intercettazioni evidenzierebbero come Toti, in qualità di Presidente di Regione e quindi di Pubblico ufficiale avrebbe approfittato del suo ruolo per compiere atti amministrativi illegittimi con un chiaro disegno criminoso accettando promesse di vari finanziamenti e ricevendo direttamente tangenti per oltre 74.000 euro oltre a richiedere aiuti in termini di voti e denaro in vista delle varie campagne elettorali promettendo provvedimenti favorevoli al privato di turno.
Un sistematico meccanismo corruttivo emerso in occasione e in concomitanza delle quattro competizioni politiche che si sono susseguite nell’arco temporale dei 18 mesi dell’indagine: elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023). Scadenze elettorali in cui il Presidente della Regione Liguria ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori nell’ottica di reperire fondi per affrontare le campagne elettorali.
Per non parlare delle infiltrazioni mafiose che hanno portato ai domiciliari anche il capo di gabinetto del Presidente, Matteo Cozzani, ex Sindaco di Porto Venere, accusato dalla direzione distrettuale antimafia di corruzione elettorale che avrebbe commesso per agevolare l’attività di Cosa Nostra, in particolare del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, con proiezione nella città di Genova.
Insomma, un modo arrogante, squallido di intendere la politica come spartizione, gestione e apparato di potere che diventa interesse personale a discapito del bene comune e degli interessi economici, ambientali del territorio e dei cittadini.
A fronte di questo, a prescindere dal corso delle indagini che auspichiamo coinvolgano tutte le vicende e i territori interessati, Toti e la sua giunta devono dimettersi; come cittadini non possiamo avere fiducia in istituzioni, Regione e Comuni oggetto di indagine; non possiamo più avere fiducia in un certo modo di intendere la politica e l’amministrazione del territorio.
Se, come pare, non si dimetteranno, riteniamo necessario l’intervento di poteri sostitutivi provvedendo allo scioglimento dei Consigli e a nuove elezioni.
Matteo Bellegoni
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Segretario Regionale Liguria
Mauro Alboresi
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Segretario Nazionale
Della Questione Morale, ne fece un cavallo di battaglia il Compagno Berlinguer per primo, descrivendone perfettamente i modus operandi …. deve essere il fulcro del PCI,il nostro ed unico partito, ancora oggi insieme alle battaglie per la tutela dei lavoratori, per la pace e la solidarietà ,il rispetto per l’ambiente e gli animali, insieme a chi,pur non comunista, condivide questi valori ma nel rispetto della propria identità .
Avanti Compagni, che questo PCI possa tornare ai tempi di Enrico!