Ricordando il 70esimo anniversario della battaglia di Dien Bien Phu

Il 9 maggio 2024 si è tenuto a Roma un convegno in onore della vittoria della resistenza vietnamita nella famosa battaglia di Dien Bien Phu,  combattuta tra il 13 marzo e il 7 maggio 1954.

L’ambasciata del Vietnam a Roma ha generosamente ospitato l’evento che ha visto la partecipazione anche dell’associazione Italia Vietnam e del Partito Comunista Italiano.

Riportiamo qui gli interventi del Presidente dell’Associazione Italia Vietnam – Comitato regionale Veneto e del segretario nazionale del PCI Mauro Alboresi.

________________________________

In occasione del 70esimo anniversario della battaglia di Dien Bien Phu questo Documento e stato presentato al convegno organizzato in Ambasciata del Viet Nam a Roma il 9 maggio 2024 dove è stata data anche la notizia dell’inaugurazione della mostra organizzata sul tema al Museo della guerra di Rovereto/Trento inaugurata il 7 maggio 2024

La BATTAGLIA di DIEN BIEN PHU – 13 marzo – 7 maggio                       

Il 2 settembre del 1945 Ho Chi Minh fa la dichiarazione d’Indipendenza e costituisce lo stato del Viet Nam.
Nel 1953 i francesi, malgrado il grande movimento di lotta militare e politico esistente in Viet Nam realizzato dai Vietminh, dalla guerriglia dalle lotte dei contadini per la sopravvivenza al FLN che li mette sempre più in difficoltà, sono egualmente determinati a rimanere nelle colonie asiatiche dell’Indocina e decidono di costruire un grande aeroporto nel Nord del Viet Nam ai confini con il Laos, a Dien Bien Phu in una valle lunga 20 km e larga 6 attorniata da colline alte sino a 500 metri e da una fitta vegetazione  dove era difficile o impossibile per i francesi realizzare strade di accesso per rifornimenti terrestri o vie di fuga, illudendosi che questa decisione li aiuterà a migliorare la loro capacità nel combattere l’intero movimento di liberazione Nazionale.                                                                                                                                        

La decisione di utilizzare l’aviazione come mezzo strategico e dovuto al fatto che l’Esercito Vietnamita non disponeva di aviazione e i francesi con questa operazione pensano di detenere l’intero controkllo dei cieli con una maggiore facilità di combattimento e di risultati militari.                                                          

Il compito di realizzare questa infrastruttura viene dato al Colonello Castries che fa portare in Dien Bien Phu ben 11.000 uomini, la maggioranza paracadutisti della Legione Straniera con grossi contingenti di tedeschi,italiani, belgi ecc. che troveranno, dato il terreno scelto immediate difficoltà nel realizzare fortificazioni, piste adeguate, strade per i rifornimenti militari, vettovagliamenti ecc… Inoltre il Colonello Castries fa delle valutazioni sbagliate  sulla capacità operative dei vietnamiti e stima che a Dien Bien Phu sarebbero in grado di schierare  al massimo due divisioni e senza artiglieria adeguata, mentre ne schiereranno quattro  con artiglieria di tutto rispetto e piazzeranno attorno e alla base e nei cocuzzoli delle colline ben 100 pezzi di cui 15 di nuova costruzione americana sottratti dai cinesi nella guerra di Corea e consegnati per l’occasione ai Vietminh.                                                                                                                                                 Il Comandante GIAP, che è a capo dell’Esercito Vietnamita si accorge immediatamente che per i francesi aver scelto quel luogo per la realizzazione del grande aeroporto, senza una logistica adeguata è una trappola, se poi aggiungiamo che il Colonello Castiries fa una  sottovalutazione delle capacità reali del nemico effettua due ERRORI STRATEGICI che porteranno alla sconfitta l’intera operazione militare.
Stante questa situazione il Comandante GIAP decide di prepararsi allo scontro e prima della a fine del 1953 allerta l’esercito portando sul posto forze adeguate alla vittoria. Decide e indica al’Esercito a utilizzare una tattica di AVANZAMENTO COSTANTE che significa per i francesi un LENTO LOGORAMENTO e poche perdite umane per i Vietminh.                                                            
La mobilitazione Popolo Esercito avviene nella massima sintonia e motivazione, si mobilitano ben 260.000 Dong Cong che scaveranno gallerie, costruiranno sentieri, strade, ponti, trasporteranno ben 17.000T di riso ecc..     
Il 13 Marzo i vietnamiti iniziano la battaglia e una quindicina di giorni prima le artiglierie vietnamite bombardano dalle colline che circondano la valle le piste, le infrastrutture dell’aeroporto per renderlo inutilizzabile, infatti  dopo 13 giorni dall’inizio delle operazioni il 27 marzo non si effettueranno  più voli e tutti i rifornimenti militari, alimentari o di nuove truppe avvengono tramite paracadute; uno tra gli ultimi interventi per rafforzare la guarnigione con uomini freschi sarà il lancio di 6° battaglione Paracadutisti coloniali. Altri lanci avverano per quasi tutto il tempo della battaglia che terminerà il 7 maggio.                                       
Per l’intera battaglia i Francesi impegneranno 14.000 uomini, di cui morti 2,300, feriti 800 e 11.700 i prigionieri.                                                            I primi risultati politici della vittoria non si fanno attendere, alla Conferenza di Ginevra vengono invitati a parteciparvi anche i vietnamiti
Va ricordato che la Conferenza sull’Indocina convocata per il 26  Aprile 1954 a Ginevra non aveva all’O.d.G. il Viet Nam mentre nella seduta del 12 luglio 1954 (dopo la vittoria di Dien Bien Phu) venne incluso nell’O.d.G. la discussione sulle problematiche del Viet Nam e sarà invitato a parteciparvi il Primo Ministro della Repubblica Democratica del Viet Nam Sig. Pham Van Dong riconoscendo la Repubblica Democratica quale legittimo rappresentante dei Vietnamiti. La Conferenza   si concluse con la seguente dichiarazione;                                                      Sulla risoluzione dei problemi politici per quanto concerne il Viet Nam – sulla base dei principi di indipendenza, unità e integrità territoriale, consentirà libere elezioni a scrutinio segreto – da tenere nel luglio del 1956.                                               
Purtroppo le elezioni non saranno mai fatte e dopo la conferenza, gli USA con la giustificazione di contrastare l’espansione del comunismo rimarranno in Viet Nam per altri 21 anni.
Sul piano mondiale, tutti i movimenti di liberazione nazionali e prenderanno atto che per la prima volta un esercito dello stato colonizzato riesce a sconfiggere l’esercito dello stato conquistatore, tutto ciò creerà una ventata di ottimismo rivoluzionario e una convinzione che dopo Dien Bien Phu tutto può essere possibile.
                                                                                  Per capire le dimensioni della sconfitta politica e militare francese di Dien Bien PHU va considerato che la seconda guerra mondiale ha cambiato il mondo portando con se la fine degli imperi coloniali e del ruolo coloniale delle singole nazioni d’Europa e a Dien Bien Phu si confermeranno queste convinzioni. 
Gli USA dal 1945 in poi assumono il ruolo di dominio e gendarme del mondo avuto per 200 anni dall’Inghilterra, mentre con la conferenza di Yalta dove partecipano URSS, USA, Regno Unito e Francia vengono definite le zone di influenza mondiale, da un lato URSS dall’altro i Paesi Atlantici che costituiscono la NATO quale strumento di difesa/offesa collettiva diretto dagli USA.                                                                                                                                                I Paesi ex coloniali quali la Francia e l’Inghilterra tentano, con proprie organizzazioni militari e politiche, quali il Common welth, o i francesi con accordi economici in ampie aree  d’Africa cercano di mantenere tutti i vantaggi di una ritrovata capacità coloniale anche se oltre all’Indocina la Francia troverà in Algeria e in altri Paesi del Nord Africa grandi difficoltà a continuare a mantenere forme di sfruttamento coloniali.                                                                                                                                              
Paesi quali India e Cina tenteranno di trovare forme di sviluppo e ruolo internazionale autonomo che oggi gli permettono di avere un ruolo di tutto prestigio internazionale e di riferimento economico e politico capaci di mettere in discussione le proposte militari degli usa e della NATO.                                                                         and  L’America latina sarà lasciata agli USA quale giardino di casa da utilizzare a piacimento con qualche problema creato dalla Rivoluzione Cubana
Abbiamo introdotto l’elemento della divisione del mondo e di un nuovo equilibrio nato dalla  seconda guerra mondiale perché paesi come il Viet Nam, la Cina ecc. hanno e avevano una chiara volontà di realizzare una società diversa da quella capitalista che preoccupava e preoccupa gli USA e alcuni Paesi Europei.

                                                                                  L’intervento USA in Viet Nam va in questo senso ma la vittoria dei Vietnamiti, piccolo Popolo contadino diretto dal PCV e dal FLN indicherà a tutti i Paesi della Terra che niente era impossibile e tutto poteva essere conquistato mettendo in discussione le decisioni prese dai quattro grandi nella Conferenza di Yalta a tutto vantaggio dei Popoli ancora in lotta per l’autonomia il loro futuro.                                                                                   Non a caso gli USA cominciano sostituire gli aerei Francesi con i loro già a Dien Bien Phu.

Introduciamo un breve ragionamento sull’Italia del dopo la seconda guerra mondiale perché non va mai dimenticato che l’Italia fascista realizza l’impero coloniale con la conquista della Libia, Somalia e dell’Eritrea e facendo svolgere alle genti della Dalmazia e dell’Istria un ruolo di supporto al regime fascista introducendo una cultura classica dell’esportazione della civiltà e della conquista di un posto al sole per i contadini che difficilmente riuscivano a sbarcare il lunario in Patria mantenendo con dignità le loro  famiglie e a operai disoccupati o a giovani in cerca di futuro.
Non va mai dimenticato che l’Italia per conquistare questi paesi utilizza tutte le forme di repressione classiche dalla tortura alla fucilazione di chi non accettava di  sottomettersi al regime e utilizzando nelle battaglie militari anche i gas letali quali il gas nervino ecc.
L’Italia non perde e non vince la guerra, gli alleati USA, URSS, Francia, Inghilterra e i Paesi Balcani, comandati da Tito chiederanno e avranno parti del Paese Italia, dalle terre attorno Trieste e Gorizia e dell’Istria poi la Francia avrà un pezzo di Savoia mentre Libia, Eritrea e Somalia saranno riconsegnate ai Popoli dei Paesi di prima dell’intervento militare italiano.
L’Italia durante la guerra e nei successivi 10 anni cambia profondamente, ampie fasce del paese effettuano la lotta partigiana sostenuta da contadini, operai, studenti e ceti medi nella forma di una solidarietà tra le classi popolari per la libertà e la liberazione del Paese dal nazifascismo. Il 2 giugno del 1946 si effettua il referendum contro la monarchia, l’Italia diventa una Repubblica e sempre il 2/3 giugno si effettuano le prime elezioni politiche dopo la dittatura fascista che votano la costituente che poi scriverà  l’attuale  Costituzione che andrà in vigore Il Primo Gennaio 1948.   
Tutto questo, assieme alle grandi lotte per il lavoro, la pace, contro l’utilizzo della bomba atomica si crea in Italia una nuova cultura di solidarietà che cambia             profondamente i legami con la cultura coloniale del governo fascista.                                                                                   Tutto questo crea nel Paese un grande dibattito e una cultura  ampia sulla giustizia sociale, sulla necessità di realizzare una società solidale e di eguali con una forte spinta culturale e politica nella realizzazione di rapporti tra stati che si basino su scambi solidali e di reciproco interesse, e questo lo si vede anche con quanto entusiasmo vengano sostenute a livello popolare le varie lotte dei paesi in guerra per la loro liberazione dal Viet Nam all’Algeria ecc.                                                                                   Questa è la nuova Italia!.
A Venezia, dopo pochi mesi dalla vittoria di Dien Bien Phu la sinistra cattolica  organizzata un Comitato di Solidarietà è Amicizia con il popolo del Viet Nam legato alla figura di La Pira futuro sindaco di Firenze.
Nel 1973 l’Italia sarà il primo Paese Europeo a aprire i Rapporti Diplomatici con il Vietnam mentre dopo gli anni 60 nasceranno a Venezia, nel Veneto e in tutta Italia migliaia di comitati di amicizia e solidarietà con il Viet Nam per la fine l’intervento USA, per la pace e l’unità del paese.                                                                      Il 30 aprile del 1975 l’ultimo soldato USA lascerà definitivamente il paese e dopo immani sacrifici il Popolo del Viet Nam e libero, in pace con tutti i paesi della terra, unito e con un grande avvenire.
Al termine possiamo dire che:                                                                          1) sul piano politico la lotta dei vietnamiti per la conquista della loro libertà con la cacciata del colonialismo francese e l’imperialismo usa è stato uno tra i più importanti avvenimenti umani del ventesimo secolo che hanno dato fiducia a tutti i popoli in Lotta dimostrando che era possibile vincere e liberarsi dagli oppressori
2) Per aver inventato da parte di GIAP e dei Vietminh un nuovo modo di far la guerra di liberazione, la guerra di Popolo per non subire più aggressioni, mal vessazioni e tirannie
3) per aver, per la prima volta dimostrato che in esercito dello Stato colonizzato può vincere quello del colonizzatore

Il gruppo di lavoro di ITALIA VIET NAM – Comitato Regionale Veneto                        Armado Bonetto Giampietro Francescon Renato Darsiè
Il Presidente di ITALIA VIET NAM – Comitato Regionale Veneto – Renato Darsiè

________________________________

La vittoria del Vietnam, una vittoria per tutti

Intervento di Mauro Alboresi, Segretario Nazionale del PCI

Desidero innanzitutto ringraziare, a nome mio e del Partito Comunista Italiano, per l’invito a partecipare a questa importante iniziativa che ha come oggetto il 70° anniversario della Vittoria di Điện Biên Phủ, la cui storica vittoria non fu solo significativa per la rivoluzione vietnamita, ma divenne anche una fonte di sostegno per i movimenti di liberazione nazionale e segnò l’inizio del crollo del colonialismo in tutto il mondo.

Per la prima volta, infatti, una nazione colonizzata dell’Asia era riuscita a sconfiggere un esercito occidentale in una battaglia campale su larga scala. La tattica ingegnosa del generale Vo Nguyen Giap, unita al coraggio e alla determinazione del popolo vietnamita, ebbe il sopravvento sulla potenza militare e sul sostegno americano di cui godevano i francesi.

L’eco di Điện Biên Phủ risuonò a livello globale, infondendo speranza ai movimenti di liberazione anticoloniali in tutto il mondo e accelerando il declino degli imperi europei. La vittoria dimostrò al mondo che la forza di volontà e l’unità nazionale potevano prevalere anche contro un avversario militarmente superiore.

Giungeva a compimento una lotta vittoriosa, resa possibile dal ruolo, dalla funzione esercitata nel tempo dal Partito Comunista del Vietnam, un grande partito, con una grande storia, dispiegatasi a partire dagli anni venti del secolo scorso, che ha posto all’attenzione generale la figura di Ho Chi Minh, spesa al servizio del popolo, degli ideali comunisti, che ne ha fatto un grande della storia tutta, il cui pensiero, unitamente al marxismo-leninismo, è divenuto un punto di riferimento.

Il Vietnam assurgeva a riferimento a livello mondiale nella lotta contro il colonialismo, l’imperialismo, per la libertà, l’indipendenza, l’auto determinazione dei popoli.

Come abbiamo avuto modo di sottolineare in altre occasioni, il vivo interesse con il quale i comunisti italiani hanno guardato e guardano al Vietnam  non è di oggi, esso viene da lontano ed è andato consolidandosi nel tempo, di pari passo all’evolversi della storia di quel paese.

Una storia, quella del Vietnam, del PCV, che continua, e che è volta all’affermazione di un’alternativa al capitalismo, che con la propria crisi strutturale sta precipitando l’umanità in una vera e propria crisi di civiltà e che come la cronaca di questi tempi evidenzia, prospetta il baratro rappresentato dalla terza guerra mondiale.

Come PCI abbiamo seguito con grande interesse i passaggi che l’hanno caratterizzata, e tra questi lo svolgimento del XIII congresso del PCV, tenutosi dal 25 Gennaio al I° Febbraio del 2021, che ha portato alla rielezione di Nguyen Phu Trong a Segretario Generale, consapevoli della sua importanza per i destini di quel paese, di quel popolo, per il movimento comunista internazionale.

Abbiamo valutato assai positivamente i risultati di tale congresso, che ha fatto il punto anche sui 37 anni del processo di rinnovamento (Doi Moi), sui 30 anni di attuazione della piattaforma nazionale di costruzione.

Da esso, infatti, è emersa la giusta valorizzazione dello sforzo profuso ai diversi livelli dal PCV, nella consapevolezza della complessità e problematicità della fase, facendo i conti con le specificità proprie del Vietnam, in direzione dello sviluppo del paese, del progressivo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

Il raggiungimento degli obbiettivi prefissati, che sottolinea la validità delle scelte effettuate, degli interventi messi in atto, dello strumento della pianificazione adottato, sono sotto gli occhi di tutti, e siamo certi che lo sviluppo del paese delineato in tale occasione, avendo a riferimento il 2025/2030 ed il 2045, rispettivamente 100 anni dalla fondazione del PCV e 100 anni dalla nascita della nazione, si concretizzerà, confermando la capacità di governance del partito, della classe dirigente.

Come PCI abbiamo condiviso e condividiamo le scelte del PCV volte al socialismo, esse sono pienamente parte del pensiero marxista, hanno fatto tesoro delle diverse esperienze del movimento comunista internazionale concretizzatesi nel tempo.

Siamo quindi di fronte ad una esperienza originale, ed allo stesso tempo efficace, volta alla costruzione di una moderna società socialista, essa vivifica il pensiero marxista, offre all’intero movimento che ad esso si ispira nuova linfa.

Ciò che esce confermato dal XIII° congresso del PCV è l’impegno a proseguire sulla strada intrapresa, che vede il Vietnam accrescere il proprio prestigio a livello internazionale.

Come tanti altri anche noi abbiamo valutato e valutiamo assai positivamente la sua politica estera.

Essa è infatti volta a promuovere rapporti improntati al rispetto del diritto internazionale, alla soluzione pacifica delle controversie, alla reciprocità, alla collaborazione, alla solidarietà tra i diversi paesi, tra i diversi popoli, una politica necessaria per affrontare le sfide che investono l’umanità.

A distanza di settant’anni, Điện Biên Phủ continua ad ispirare il Vietnam e a rappresentare un monito per le ingiustizie e l’oppressione. La sua eredità risiede non solo nella strategia militare vincente, ma soprattutto nella leadership del Partito Comunista del Vietnam e nello spirito indomito e nella tenace coesione del popolo vietnamita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *