Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ucciso almeno 35 bambini palestinesi, di cui 30 a Gaza e cinque nella Cisgiordania occupata, rendendo il 2018 un anno da record per i bambini uccisi in Palestina in quasi quattro mesi, e ancora l’anno non è finito. La ONG Defense for Children International Palestine (DCIP) ha determinato il numero totale di vittime in un rapporto pubblicato lunedì.
Da quando sono state rilasciate le ultime cifre delle vittime, i raid aerei israeliani a Gaza hanno ucciso una bambina di 18 mesi insieme a sua madre che era incinta di nove mesi, il che significa che le cifre delle vittime continuano a crescere anche dopo dalla pubblicazione del rapporto. Secondo il DCIP, quest’anno il numero di bambini palestinesi uccisi dalle forze israeliane ha superato il numero di ogni singolo anno nell’ultimo decennio, al di fuori delle offensive militari israeliane su larga scala.
Il precedente record è stato stabilito nel 2016, quando l’IDF ha ucciso 32 bambini palestinesi, per lo più nella Cisgiordania occupata. Non sorprende che queste cifre siano piccole rispetto al numero di bambini palestinesi che sono stati uccisi in precedenti offensive IDF contro Gaza, come il conflitto del 2014 che ha causato la morte di circa 504 bambini, comprendente quasi un quarto del totale del bilancio di vittime palestinesi. Ayed Abu Eqtaish, direttore del programma Accountability al DCIP, ha dichiarato in una nota: “Le forze israeliane hanno operato con impunità pressoché completa per così tanto tempo che le uccisioni illegali e altre flagranti violazioni del diritto internazionale sono diventate la norma. L’impunità, unita all’aumento dell’uso di munizioni vere da parte di Israele come metodo per reprimere i dimostranti dal 2014, significa che non esiste un meccanismo legale che fermerà questo spargimento di sangue”.
In effetti, come suggerisce Eqtaish, l‘uso di munizioni vere da parte di Israele come mezzo per affrontare disordini è un fattore chiave del bilancio record di vittime tra i bambini palestinesi, dato che la maggior parte delle vittime infantili di quest’anno sono state conteggiate nella Striscia di Gaza durante le proteste lungo Gaza – Recinzione del confine israeliano.
La risposta dell’IDF alla protesta ha visto anche un alto numero di bambini ricoverati per ferite, di recente l’ONU ha riferito che, tra il 30 marzo e il 2 agosto, sono stati ricoverati in ospedale 1.467 bambini, principalmente per ferite da proiettile o inalazione di gas lacrimogeno. In totale, le proteste a Gaza – iniziate della “grande marcia del ritorno” – hanno visto l’IDF uccidere oltre 164 palestinesi e ferire oltre 17.000. Tutti, feriti e uccisi durante le proteste erano disarmati. Nonostante questo, e nonostante la protesta internazionale, la Corte Suprema israeliana ha stabilito che le regole di ingaggio dell’IDF sono in linea con i “parametri internazionali”. Oltre alle uccisioni, lo stato israeliano mantiene anche un numero incredibilmente alto di prigionieri palestinesi bambini.
L’unico paese al mondo dove i bambini vengono processati dai tribunali militari, Israele ha arrestato e processato almeno 8.000 bambini palestinesi dal 2000 e detiene ogni anno da 500 a 700 bambini palestinesi. Tre prigionieri palestinesi su quattro subiscono violenza fisica durante l’arresto, il trasferimento o l’interrogatorio. Tuttavia, nessun bambino israeliano è mai stato processato attraverso il sistema giudiziario militare, questo sottolinea la triste realtà che i bambini palestinesi nascono bersagli di un crudele sistema di apartheid.
Traduzione a cura di Bassam Saleh Gaza, Palestina