La Bekaert non deve chiudere od essere smembrata. Il Governo deve intervenire per modificare il quadro normativo e reintrodurre la cassa integrazione per cessazione di attività. Oggi, è questo l’aspetto più urgente ed essenziale: offrire subito uno scudo di autotutela economica per i lavoratori ed insieme, permettere loro di non essere espulsi dall’azienda e separati in via definitiva dal suo destino. Serve che venga dato seguito ad una precisa volontà politica tesa a salvaguardare l’intero territorio, il presente e il futuro di oltre trecento famiglie, la sapienza ed esperienza produttiva di generazioni di lavoratori dello stabilimento di Figline che nessuna delocalizzazione sarà in grado di sostituire; pena il deperimento della qualità dello stesso prodotto finito. Le istituzioni, le OO.SS., le forze politiche democratiche si attivino in tutte le sedi.
Basta con l’impoverimento del tessuto produttivo nazionale!
Basta con la distruzione di diritti e futuro. Si penalizzino le delocalizzazioni. Si penalizzi chi produce la spoliazione economica del Paese. La vera modernità è difendere il lavoro e i lavoratori. E’ abolire il jobs act che già tanti guasti ha prodotto nel mondo del lavoro indebolendo i margini di contrattazione ed il peso dei lavoratori e delle lavoratrici. Il Partito Comunista Italiano della Toscana non è a fianco, ma con la lotta della Bekaert. Una lotta a cui serve concreta solidarietà. Scelte, fatti e non passerelle. Non vi possono essere alibi, per nessuno!
Il vero eroismo consiste nella battaglia quotidiana di chi da settimane non china la testa. La lotta della Bekaert è lotta di tutti e chiama tutti a non abbandonare la trincea, a riprendere la via della mobilitazione, del presidio dei posti di lavoro, della richiesta di nuovi investimenti e di un’adeguata politica industriale. Non c’è più tempo. Che il Governo batta un colpo e dica parole chiare. Resistere oggi uniti, perché vi sia un domani per tutti.
di Patrizio Andreoli, segreteria nazionale e segretario regionale del PCI in Toscana