Appello per l’unità comunista entro un fronte della sinistra di classe

L’esito delle politiche affermatesi nel nostro paese in questi ultimi decenni all’insegna della cultura liberista, dell’austerità, politiche alle quali si sono assoggettati il centrodestra ed il centrosinistra, è sotto gli occhi di tutti: sempre più poveri, insicuri, soli.

Le speranze di cambiamento che in tanti, anche nel mondo del lavoro, hanno riposto nei confronti della Lega e del Movimento Cinque Stelle, che hanno portato all’affermazione del governo Conte, nonostante risultino largamente disattese, si traducono oggi in un crescente consenso tributato al partito di Salvini.

Gli equilibri politici che vanno affermandosi, sempre più orientati a destra, gettano una pesante ipoteca, da tanti punti di vista, sul futuro del nostro Paese, che è e resta profondamente immerso nella propria crisi finanziaria, economica, sociale.

Una crisi che su tale piano, pur con rilevanti differenze, ha investito anche tanta parte dell’Europa, che nell’ambito della conclamata crisi strutturale del sistema capitalista, nella ridefinizione degli equilibri geopolitici determinatasi a seguito del processo di globalizzazione affermatosi all’insegna della concentrazione del capitale finanziario, paga il prezzo più alto.

Un Paese, il nostro, che evidenzia anche una profonda crisi etico/morale e, in un evidente rapporto di causa/effetto, una altrettanto profonda crisi politica.

Le forze comuniste, le forze della sinistra di alternativa, hanno registrato nel tempo, segnatamente in questi ultimi anni, emblematiche le recenti tornate elettorali, il proprio progressivo arretramento, la propria crescente marginalità.

Se da oltre un decennio le prime sono escluse dal Parlamento, è assai probabile che con le prossime elezioni politiche, per tanti inevitabilmente anticipate data la conflittualità interna al governo, anche le seconde ne siano escluse.

E’ tempo di ricostruzione, è tempo di unità.

Come PCI siamo fermamente convinti della necessità di un soggetto capace di tenere assieme la critica agli assetti fondanti del capitalismo, di proporre un’alternativa di sistema, e contemporaneamente di promuovere una opposizione di classe la più ampia ed unitaria possibile.

Una opposizione che ponendo al centro la questione della pace e del disarmo, dell’uscita dell’Italia dalla NATO, della lotta all’imperialismo ed al neocolonialismo, della rottura con questa Unione Europea, dell’affermazione della Carta Costituzionale, promuovendo un ampio ciclo di lotte volto a cambiare i rapporti di forza, si proponga come alternativa credibile agli occhi del blocco sociale assunto a riferimento, a partire dal mondo del lavoro, determinando in tal modo le condizioni per il superamento della propria crisi.

Siamo convinti della necessità di una opposizione che abbia quale suo asse centrale l’unità dei comunisti, ritrovata sulla base di una cultura politica affine, e l’insieme della sinistra di classe.

L’unità dei comunisti entro un fronte della sinistra di classe, politica e sociale, è e resta l’obbiettivo del PCI, che in funzione di ciò lancia un appello a tutte le forze che non si rassegnano alle condizioni date, consapevoli che oggi più che mai è di ciò che c’è bisogno.

L’unità nella diversità è la risposta.

La Segreteria nazionale del Partito Comunista Italiano

4 Comments

  1. Pierdavide Calabretti

    Era ora. È tempo che continuo ad affermare l’esigenza di un ritorno del PCI sulla scena politica italiana. Questa deriva pseudo fascista e di destra nemmeno tanto moderata non può essere arginata o contenuta da un centro sinistra che, non solo ne ha di fatto causato il potere politico ma risulta un’opposizione scomposta e priva di contenuti, idee e proposte valide.

  2. pavia

    per l’unità bisogna assumere un solo simbolo : quello della Lega dei comunisti, non quello del PCI, un partito trasformista, che ha tradito le lotte e le vittime della Resistenza e dei lavoratori. Deve essere un partito con unità stretta con gli altri partiti comunisti. Al suo interno deve vigere la democrazia diretta e nessuna gerarchia, le guide devono essere temporanee. Altrimenti sarà l’ennesimo partito che si dichiara comunista ma non è PER il comunismo. Più stato Meno mercato è un documento da compromesso storico col capital-fascismo, una mediazione, come lo sono i sindacati, mediatori dello sfruttamento. Se il comunismo , fantomatico, è fallito bisogna analizzarne il perché Leggere “Cambiare il mondo senza prendere il potere” di J.Hollowai, “Proletari senza rivoluzione” di R:Del Carria ,”Neuroschiavi” di Cioni, Della Luna, “Biologia dell’azione umana” di Vernon Reynolds, quaderno 2 del Manifesto- Lucio Magri; La sindrome di Hibrus.Psicologia e Potere-internet ; gruppo Fahrenheit-argentina ; cercare i diversi tentativi di golpe in Italia su internet; eccc…………………altrimenti vengono scritte solo favole. Di questo passo il PCI rimarrà uno dei 15-16 partiti comunisti sulla scena italiana. La gente va istruita, organizzata, casa per casa altrimenti l’italia dal fascismo non ne uscirà mai…….” solo il proletariato può liberare se stesso”K.Marx…………………………………….

  3. pavia

    Non è tempo di questo o di quello, il tempo è sempre stato lo stesso: il capitalismo e la classe subalterna, i tempi vengono scanditi come al solito da “sua eminenza” la gerarchia, è come avere due padroni. Le lotte non ci saranno, se come al solito il partito non si fa carico della propaganda per cambiare i concetti, l’abitudine alla vita imposta dal capitale, bisogna partire dalla scuola, proseguire nell’ambiente di lavoro e farsi istruttori, maestri di strada, altrimenti come diceva Hengels ci vogliono 6000 anni per arrivare al comunismo.Le gerarchie servono solo per dividere.

  4. pavia

    Gli incontri sono sempre fra vertici, di gruppi che si autonominano comunisti, anche se il comunismo non è mai esistito, ma se mai i lavoratori hanno lottato in buona fede PER il comunismo, diretti nella loro ignoranza da intellettuali borghesi voltagabbana. L’unico modo per l’unità è che la base, i diretti, prendano la tessera dei partiti comunisti maggiori, applichino il comunismo, cioè niente dirigenti-diretti, ma soviet comprensoriali nell’uguaglianza ed inviino in un comitato centrale solo portavoce. Altrimenti il comunismo ha la stessa struttura e cultura della borghesia. Alle elezioni, i comissari del popolo, vengono eletti in piazza sotto l’organizzazione dei comunisti , a un solo mandato, come portavoce. Uno dei motivi per cui la massa non aderisce e i compagni prima o dopo si dileguano è perché non ci sono differenze con la partitocrazia borghese

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