Verso le elezioni europee: insistiamo, per cambiare ciò che serve è un fronte unito!


Le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo si avvicinano, molteplici  liste elettorali sono certe, altre si preannunciano.
Come Partito Comunista Italiano ci siamo resi disponibili ad un confronto con diverse soggettività, organizzate e non, aventi l’obbiettivo di mettere in campo una reale alternativa alle politiche che  si sono nel tempo affermate e che si prospettano a livello europeo.
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, il liberismo economico, la crescente centralizzazione dei processi decisionali e la conseguente  restrizione degli spazi di intervento in capo ai governi, ai parlamenti, alle cittadine ed ai  cittadini europei, il militarismo e l’interventismo nelle relazioni internazionali, hanno svelato l’inganno e mostrato il vero volto dell’Unione Europea.
Essa è  in grande difficoltà sul piano economico, sempre più immersa nella deriva bellicista promossa dalla rinsaldata alleanza euro atlantica a guida statunitense, segnata dal precipitare della condizione materiale di gran parte della sua popolazione.
Ciò che serve è un’Europa dei popoli, che rifiuti concretamente la logica della guerra, dei blocchi contrapposti, che divenga propugnatrice di pace, di un mondo multipolare, un’Europa che volga al progresso, alla giustizia sociale.
Occorre operare per garantire al Parlamento Europeo che verrà una rappresentanza, una voce, realmente alternativa, fuori dalla logica che ha animato ed anima le forze politiche riconducibili al cosiddetto campo largo del centrodestra e del centrosinistra, ai gruppi europei che le rappresentano.  La proposta  della  lista “Pace, terra, dignità” derivante  dall’appello promosso da Michele Santoro e Raniero La Valle,  presentata nella giornata del 14 Febbraio, ancorché affronti positivamente alcune delle questioni poste, non scioglie nodi rilevanti di merito, a partire da quelli relativi alla politica internazionale, quali il superamento della NATO, il carattere dei conflitti in atto, segnatamente quello tra Israele e Palestina,  prospettando per tanta parte una sorta di generico pacifismo.
Tale proposta, inoltre, configurandosi sempre più come una lista il più possibile trasversale, inclusiva, e quindi sempre meno caratterizzata come alternativa, non risponde all’opportunità che le diverse soggettività chiamate a farne parte siano riconoscibili.
Essa, pertanto,  non risulta condivisibile.
La sinistra di alternativa, quella che si è ritrovata nello slogan “un’altra Europa è possibile”, e che in questi anni  si è battuta con determinazione contro le politiche dell’Unione Europea, è chiamata a fare i conti con la situazione determinatasi.  
A fronte della prossima scadenza elettorale europea, delle diverse ipotesi che al riguardo si rincorrono, come PCI ribadiamo che ciò di cui vi è bisogno è  un progetto, una proposta, una lista nella quale tutte le diverse realtà interessate possano riconoscersi, anche visivamente.
Per queste ragioni, per questi obiettivi, siamo e  continuiamo ad essere  in campo.
                                                                                      
Roma, 22 Febbraio 2024                                                                                            
                                                                                 Il Comitato Centrale  del PCI

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