Coronavirus. Il PCI scrive a Cuba.

di PCI Aquino e PCI Varese

PCI Aquino

All’Ambasciata Cubana a Roma
Al Governo Cubano
A tutto il Popolo Cubano
La sezione A. Gramsci, di Aquino, del Partito Comunista Italiano  vi ringrazia per la grande solidarietà messa in campo da tutto il Popolo Cubano, dal Governo Cubano, e dai medici cubani che saranno in prima linea per combattere il coronavirus nelle zone più colpite della nostra nazione.

In questo momento di grande crisi mondiale, nonostante un blocco economico che il popolo cubano subisce da oltre 60 anni e inasprito maggiormente da Trump, ancora una volta il vostro impegno dimostra che la solidarietà tra i popoli è ancora più determinante per sconfiggere questo male.Il PCI da sempre si è battuto affinché l’embargo e le criminali sanzioni vengano aboliti.

Cuba da sempre rappresenta un punto di riferimento per la solidarietà tra i popoli e la lotta all’imperialismo che è il vero male per la sofferenza dei popoli.Sicuramente il popolo italiano non dimenticherà mai il fatto che Cuba è stata una delle prime nazioni ad aiutare l’Italia in questo momento così drammatico rischiando con la propria  vita ed esposti al contagio nelle zone rosse d’Italia.

Il segretario di sezione Pietro Ferone


PCI Varese

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Al signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c/o Palazzo del Quirinale, 00187 – Roma. 
E-mail: protocollo.centrale@pec.quirinale.it

Egregio Signor Presidente, desideriamo innanzitutto porgerLe i nostri più sinceri e calorosi auguri di buon lavoro. Ascoltando il Suo ultimo discorso, tenutosi questo 19 marzo 2020, abbiamo particolarmente apprezzato l’attenzione che ha voluto riservare all’attuale scenario politico dominato dall’emergenza COVID-19; nel chiamare a raccolta gli italiani e invitarli al «dovere della fiducia» e della corresponsabilità sociale, dando nel contempo la più alta copertura alle misure stabilite dal governo, e così rafforzarle. Non è un semplice caso che Lei abbia ricordato come proprio «al governo la Costituzione affida il compito e gli strumenti per decidere» in emergenze come questa.

Ecco il senso del Suo richiamo al «coinvolgimento, condivisione, concordia, unità d’intenti» lanciato al Paese questo giovedì 19 marzo 2020. Un appello non generico, tanto è vero che Lei ha puntualizzato i destinatari, specificando come, da questa consapevolezza, nessuno è escluso, «nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi d’informazione». Insomma, contro chiunque aizzi divisioni (magari perfino nella stessa maggioranza), con l’effetto di seminare ansia e smarrimento oltre il dovuto.

Ma esiste, nel mondo, un popolo che della “corresponsabilità sociale”, della fiducia, della ricerca di una sana stabilità ne ha fatto il proprio stile di vita, il proprio habitus mentale: il popolo cubano. 

Cinquantadue medici della nazione caraibica di Cuba sono giunti, in Italia, questa domenica 22/03/2020, per assistere gli italiani affetti da COVID-19. L’Italia è il paese con il maggior numero di decessi legati al virus nel mondo, sorpassando la Cina, che è il luogo in cui il virus ha avuto origine, lasciando il paese abbastanza sopraffatto nel tentativo di curare i pazienti.

Ciò ha portato il nostro paese a presentare richiesta di aiuto alle autorità cubane, che si ritiene abbiano uno dei migliori sistemi sanitari al mondo. Alla luce di ciò, Cuba ha inviato cinquantadue medici altamente qualificati per aiutare gli italiani nel momento del bisogno.

La brigata di medici attualmente lavora in Lombardia, che è la regione più colpita in Italia. Cuba, però, è attualmente soggetta a un criminale embargo da parte degli Stati Uniti, ma ciò non ha impedito loro di aiutare gli altri.

La Giamaica, il Venezuela, il Suriname, Grenada e il Nicaragua attualmente beneficiano dell’aiuto dei medici cubani. 
Questa è una pratica comune. Da quando Cuba è diventata una Repubblica, nel 1959, distribuisce operatori sanitari in tutti i luoghi colpiti da pandemie o alfabetizza popolazioni nei luoghi più remoti e isolati, colpiti dalla piaga dell’analfabetismo.
L’isola dei Caraibi ha inviato i suoi “eserciti di abiti bianchi” in tutto il mondo, in gran parte nei paesi più poveri e bisognosi. I suoi medici erano in prima linea nella lotta contro il colera ad Haiti e contro l’ebola nell’Africa occidentale.

Eppure, con la brigata 52, questa è la prima volta che Cuba invia un contingente di emergenza in Italia, uno dei paesi più ricchi del mondo, dimostrando la portata della sua diplomazia medica. Questa è la sesta brigata medica che Cuba ha inviato, negli ultimi giorni, per combattere la diffusione della nuova malattia.

Eppure gli Stati Uniti d’America mantengono un embargo economico, commerciale e finanziario su Cuba, dal lontano 1960. Le sanzioni includono restrizioni ai viaggi (incluso il turismo), nonché sanzioni commerciali e di altro tipo.

Le leggi statunitensi vietano, al popolo cubano, l’accesso a molti prodotti farmaceutici e tecnologie mediche; impediscono l’accesso a Internet e alle tecnologie dell’informazione, limitano l’accesso di Cuba ai mercati, contrastano gli sforzi di Cuba per raggiungere lo sviluppo sostenibile, ostacolano lo sviluppo delle sue relazioni culturali, sportive e scientifiche e invadono i diritti legittimi del popolo cubano.

Le Nazioni Unite hanno spesso invitato gli Stati Uniti, negli ultimi anni, a revocare l’embargo su Cuba, in linea con gli obblighi previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale. Gli Stati Uniti hanno bloccato questa risoluzione in ogni occasione, nonostante l’enorme sostegno nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nel 2019, con un voto registrato di 187 a favore, di soli 3 contrari (Brasile, Israele, Stati Uniti) e con 2 astensioni (Colombia e Ucraina), l’Assemblea ha adottato la risoluzione intitolata “Necessità di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba” (documento A / 74 / L.6).

L’Assemblea ONU ha ribadito il suo appello, indirizzato a tutti gli Stati, di astenersi dal promulgare o applicare leggi che violino la libertà di commercio e di navigazione. L’Assemblea ONU ha inoltre esortato gli Stati che continuano ad applicare tali leggi e misure, ad adoperare le misure necessarie per abrogarle o invalidarle al più presto. Il governo degli Stati Uniti è intenzionato a sabotare anche la cooperazione internazionale di Cuba, nel settore sanitario.

I cubani non hanno accesso al credito pubblico o privato e sono tenuti a pagare, in contanti, la merce al suo arrivo. 

Chi, nel mondo, potrebbe commerciare in tali condizioni?

Chiediamo e Lei e a tutte le autorità italiane un maggiore impegno nell’eliminare definitivamente le sanzioni contro Cuba.

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