SE NON ORA QUANDO ?

Di Bruno Steri

Il disegno di legge sulla concorrenza, che sta animando in questi giorni la discussione politica, rappresenta un passo gravissimo in direzione di una società a misura degli interessi di Confindustria e dei poteri finanziari. Con esso viene imposta, in tema di servizi pubblici locali, una brusca frenata alla gestione “in house”, in capo cioè ai Comuni, e si apre la strada ad un generale rafforzamento dei processi di privatizzazione. E’ questa la sostanza che in termini del tutto chiari è esplicitata all’art. 6 del provvedimento. Il prius è la tutela della concorrenza, la messa a gara a favore di soggetti privati; paradossalmente, sarà il Comune che dovrà giustificare l’eventuale mantenimento della gestione di un determinato servizio pubblico, motivando “le ragioni del mancato ricorso al mercato”. La legge sulla concorrenza andrebbe a riguardare in generale le procedure per gli appalti e le concessioni, la liberalizzazione dei prezzi, toccando tra l’altro il trasporto pubblico, la struttura sanitaria, gli impianti balneari e le strutture portuali. E’ appena il caso di constatare che il governo di Mario Draghi segue in tutto ciò le indicazioni già previste dal patto per l’applicazione del Pnrr (il Recovery Plan): un prezzo salato che l’attuale governo paga di buon grado all’Unione Europea, a tutto danno delle classi popolari. Purtroppo, tali sciagurati sviluppi non sono affatto una sorpresa per noi comunisti, che ci siamo sempre battuti contro questa Ue e contro il governo Draghi sin dal suo insediamento. Non siamo ovviamente i soli a sollevare la suddetta denuncia: sarebbe dunque più che opportuno dare ad essa un seguito concreto, misurando su questo la capacità della sinistra di classe di agire e parlare con una voce sola. Se non ora quando?

One Comment

  1. SERGIO

    Hai tutte le ragioni… se non ora, quando? Ma la capacità di dare risposte concrete a questa sfida politica essenziale e urgente è subordinata alla capacità dei comunisti e delle forze di classe di unirsi trovando sul terreno dell’azione la propria unità. È in grado il PCI di proporre e contribuire a questo risultato? Proviamoci mobilitando il Partito corro i provvedimenti antipopolare del governo Draghi.

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