Di Maria Carla Baroni, segreteria Nazionale PCI
Molti, in Italia e all’estero, inneggiano al fatto che finalmente, per la prima volta in Italia, ci sarà una donna a capo del Governo. Possono inneggiare o per ignoranza o per malafede.
Se è per ignoranza è perché non sanno o non si rendono conto che il genere femminile nel mondo è ancora oppresso dal genere maschile (ove più: Afganistan, Arabia Saudita, Iran…; ove meno: Polonia, Stati Uniti, Italia…) e che non basta una donna in una posizione chiave per gloriarsi di aver dato prova come Paese di aver raggiunto l’emancipazione femminile.
Se è per malafede fanno finta di non sapere che le donne non sono tutte uguali: ce ne sono di destra e di sinistra, di stupide e di intelligenti, di delinquenti e di brave persone…
Nel secolo scorso Simone De Beauvoir aveva scritto: “femmina si nasce, donna si diventa”. Donna si diventa quando si acquisisce coscienza di genere, cioè coscienza di appartenere a un genere che dalla propria visione del mondo vuole eliminare ogni forma di oppressione e di violenza, per instaurare società solidali, che si prendano cura di tutti gli esseri viventi e della vita sul pianeta in tutti i suoi aspetti. Società senza classi e senza oppressione di genere, pacifiche e solidali, come erano all’inizio della Storia, durante il Neolitico, le società matriarcali, alcune delle quali sopravvivono tuttora.
Giorgia Meloni, a capo di un partito postfascista, che si rifa a una dittatura che era stata feroce in particolare contro le donne, considerate e usate soprattutto come fattrici di carne da cannone con cui costruire l’impero (divieto di insegnare storia e filosofia, tra l’altro) non è – nel senso del femminismo – una donna.
Una sola considerazione conclusiva: proprio perché avremo come capo del Governo Giorgia Meloni, non sarebbe il caso di iniziare a costruire una unità d’azione tra donne delle varie forme della politica anticapitalista e antipatriarcale, unificando obiettivi concreti individuati congiuntamente e connettendo le lotte per ottenerli? Non solo per l’emancipazione delle donne, ma anche per la loro liberazione. Se non ora, quando?
28 settembre 2022 Maria Carla Baroni
Una donna veramente in grado di rappresentare il genere femminile con intelligenza e autorevolezza ricoprendo una carica importante per me è Dacia Maraini, candida il alla Presidenza della Repubblica. La figura della Meloni in qualità di premier donna non può essere che di facciata e mai di sostanza. La Meloni sarà la maschera dietro la quale si nascondono noti e meno noti personaggi che si occupano di di strategie per la gestione del potere.
Sono d’accordo, compagna, se non ora quando?
Gli apparati finanziari nazionali e sovranazionali hanno pensato bene di puntare, per questa volta, su una donna, sventolando la bandiera della emancipazione femminile con una presidenza in rosa per la prima volta in Italia.
Una donna, Giorgia lo è, ma non basta questo soltanto per fare gridare con entusiasmo “al rinnovamento”, perché così non è, e tra qualche tempo gli entusiasmi di oggi saranno dimenticati e chi oggi ne rivendica di avere votato per la Giorgia nel prossimo futuro rinnegherà persino di averla persino incontrata.
Intanto la Giorgia si è dovuta prodigare ad annunciare “urbi et orbi” che il suo governo rispetterà trattati europei e americani e senza mai alterare i rapporti politici e militari con gli USA o tanto meno con la NATO; a rafforzare tutto ciò sono arrivati gli auguri di Zelensky per la vittoria del centrodestra e la risposta della Meloni che ha lasciato intendere che il suo governo di centrodestra continuerà a fornire le armi agli Ucraini e a mantenere le sanzioni contro la Russia.
Un approccio che non può essere diversamente se la Giorgia vuole ricevere l’incarico di formare un nuovo esecutivo dalle mani del presidente della Repubblica in persona.
mi inserisco in maniera forse indebita in questo dibattito, devo fare un giro largo per arrivare al nocciolo della questione per come la vedo io, preciso che le problematiche riguardanti le questioni trans gender, adozioni omo, utero in affitto, non mi riesce proprio di accettarle, (non dico di essere nel giusto, ma non ci riesco), per quello che riguarda la meloni, non ne faccio una questione di sesso dato che penso che un partito politico debba sempre scegliere i suoi rappresentanti al di là del proprio sesso ( uomo / donna ) ma sempre per la sua intelligenza, trovo grave che in questo contesto storico, le forze comuniste non siano riuscite ad esprimere una unità non di intenti (sarebbe chiedere troppo) ma di contrapposizione a questa avanzata del fascismo in italia, il quale da mascherato da democrazia diventa dichiarato per volontà popolare, perchè tutti io compreso sapevano che avrebbe vinto lei, questo è l’inizio di tempi molto pesanti per la sinistra reale nel paese e non sappiamo in realtà per quanto tempo durerà, quindi donna uomo è un falso problema, utile soltanto a non affrontare le nostre divisioni che da troppi anni non si riesce a risolvere.