IN-GIUSTIZIA EUROPA

Mani e piedi incatenati, così è entrata in tribunale a Budapest Ilaria Salis. E questa procedura non è la novità del 2024, ma è una procedura che Ilaria ha subito almeno altre quattro volte, secondo quanto dichiarato dal padre. Anche se i riflettori dei media si sono accessi solo adesso, l’arresto di Ilaria Salis rimonta ad un anno fa, l’11 febbraio 2023, quando ha partecipato ad una manifestazione di protesta contro il raduno di gruppi neofascisti e neonazisti europei in occasione del “Giorno dell’Onore”.

Ci sono molte cose che non quadrano, e che ci danno la misura della deriva europea verso destra. Per primo, l’ipocrisia dell’Europa come paladina di libertà e democrazia. Eppure, si accetta senza colpo ferire che vengano istituite e celebrate giornate di memoria per i battaglioni nazisti che combatterono contro l’Armata Rossa. E questo va in perfetta continuità con il sostegno incondizionato ai battaglioni filonazisti ucraini.

Poi l’ipocrisia, nuovamente europea, del primato dei diritti… sosteniamo da anni come l’Europa sia un consesso di interessi oligarchici e finanziari e le foto di un’imputata incatenata sono lì a dimostrare l’inefficacia e l’ipocrisia di certe narrazioni.

Infine, un governo che conosce il caso da almeno un anno. O meglio, le istituzioni, nel caso l’ambasciata, conoscono il caso da almeno un anno. Cosa si è mosso? Nulla. E allora, o c’è complicità, oppure le relazioni dell’ambasciata italiana a Budapest non sono arrivate, non hanno fatto niente o sono state dimenticate dal governo. In ogni caso, Tajani non può semplicemente lavarsene le mani dicendo che “non sapeva”. Perché anche l’ignoranza della vicenda svela problemi di funzionamento del nostro apparato statale.

Possiamo rispondere alla deriva a destra solo costruendo l’alternativa politica, il Partito Comunista Italiano! “

E per Ilaria, sollecitare con costanza e decisione il governo a continuare, nelle forme più opportune, la giusta pressione diplomatica.

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