…il ponte di Messina e altro

Dipartimento Lavoro PCI

Mentre si aumentano le spese militari e chi opera per la pace viene considerato nemico, mentre si vogliono abbassare le tasse ai ricchi, regalare miliardi alle imprese, fare condoni travestendoli da altro, togliere penali agli evasori “per necessità”, privatizzare tutto il possibile, tagliare sanità e istruzione pubbliche, peggiorare le condizioni di vita di chi vive del proprio lavoro o della pensione, NON adeguare salari e pensioni all’aumento del costo della vita e all’inflazione reale … mentre succede tutto questo, i “lorsignori” che (s)governano riaprono il progetto del ponte sullo stretto di Messina…

(cfr.https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/03/15/ponte-sullo-stretto-bozza-dl-7-articoli-riaprono-il-progetto-_fcd27025-0f08-4e46-8e53-fb9811925c11.html)

Invece di invitare Giorgia Meloni al proprio congresso e farla intervenire il 17 marzo (tra l’altro, a dibattito in corso e quasi certamente senza replica) la dirigenza CGIL dovrebbe chiamare alla mobilitazione generale subito.
Lasciar fare e restare a “vedere l’effetto che fa” (come è spesso accaduto) è da considerarsi una “ostentata debolezza” che porta necessariamente alla sconfitta o, peggio, alla resa. Praticamente significa togliersi il cappello di fronte al padrone e ai suoi servitori.
Di Vittorio insegnava ben altro.

Noi dobbiamo chiedere con forza alla CGIL (che è il maggiore sindacato italiano) e ai sindacati tutti (confederali e conflittuali) di promuovere una grande mobilitazione di massa, unitaria e nazionale sull’esempio di quanto sta avvenendo in Francia per le pensioni.

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