MESSAGGI DALLA “FESTA ROSSA” DEL PCI ANCONETANO CONTRO LA GUERRA E PER L’OPPOSIZIONE ALLA DESTRA

PCI Sezione “Tina Modotti” – Ancona

Si è conclusa con successo la ”Festa rossa” tenuta in piazza Pertini in Ancona venerdì e sabato scorso ad iniziativa del Partito Comunista Italiano. Notevole l’affluenza di pubblico, intensa la partecipazione ai dibattiti. La Sezione “Tina Modotti” ringrazia le compagne e i compagni che si sono prodigati in vari modi e consentito col lavoro volontario lo svolgimento.


Il dibattito della prima giornata è stato incentrato sulla necessità del confronto e della cooperazione come via d’uscita dalla guerra in corso in Ucraina e che se non viene fermata minaccia di travolgerci tutti. Spunti di riflessione interessanti sono venuti sia dai relatori che da parte del pubblico. In collegamento da Mosca l’interprete e politologo Mark Bernardini, ospite quotidiano del programma radiofonico “GiornaleRadio” condotto da Luca Telese, ha evidenziato le storture della propaganda di guerra occidentale come appaiono dall’osservatorio russo, con una disinformazione tale da rasentare talvolta l’assurdità.


Anche Sara Reginella, più volte recatasi in Donbass per documentare con la sua competenza e sensibilità le atrocità di una guerra che dura dal 2014, ha colto l’occasione per denunciare le peripezie burocratiche a cui è sottoposta la popolazione, oltre alla crudeltà dei bombardamenti continui che fra gli abitanti di quella regione suscita reazioni fra le più diverse, dall’assuefazione all’indifferenza, alla più cupa depressione.

Antonio Di Stasi, docente dell’Università politecnica delle Marche, ha richiamato l’attenzione sulla Costituzione violata e sull’importanza di iniziative come questa e i referendum su cui è in corso la raccolta di firme, rivolti a sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale, sottoposta a un incessante bombardamento mediatico, per intimidire e confondere quella ancora alta percentuale di popolazione che nei sondaggi si dichiara contraria all’invio di armi, addestratori e soldi per alimentare il conflitto e ostacolare il passaggio alla diplomazia e alle trattative.

Infine Emiliano Alessandroni dell’Università di Urbino ha tracciato un quadro generale del disegno neo-egemonico dell’imperialismo statunitense sorretto dall’alleanza militare della Nato, a partire dalla guerra in Siria dove gli Usa non avevano lesinato il loro supporto a gruppi terroristici come l’ISIS pur di rovesciare un capo di governo (Assad) inviso ai “progetti” occidentali in Medioriente. Guerra dove di fatto è iniziato il confronto tra Usa e Federazione russa, poi portato ai confini di quest’ultima.


Dal pubblico è stata anche evidenziata la difficile situazione dei pacifisti, russi e ucraini, che non intendono mettere in pericolo la propria giovane vita per affrontare la carneficina bellica.
Interessante poi lo spunto del compagno Daniele Pietroni che ha tratteggiato i nodi salienti dell’antimilitarismo in Ancona a partire dalla settimana rossa (1914) e dalla rivolta dei bersaglieri (1920) fino a collegarli alla recente street parade, che ha visto scendere in piazza contro la repressione del sistema in una festa militante alternativa migliaia di ragazzi e ragazze.

Nella giornata di sabato l’attenzione è stata rivolta alla nuova situazione politica determinatasi in Ancona con l’esito delle elezioni comunali. Sgomberato il terreno dalle speculazioni circolate sui social circa le responsabilità della vittoria della destra, spettanti tutte alla pervicace volontà della sindaca Mancinelli di continuare a dettar legge per interposta Simonella, come hanno riconosciuto nelle loro pur tardive autocritiche anche esponenti del PD, il confronto si è incentrato sulla fase nuova che si apre col nuovo sindaco Silvetti, di fatto ostaggio come hanno dimostrato le vicende della composizione della Giunta nelle mani della destra neo-fascista. Una situazione nuova è anche creata dal passaggio per la prima volta all’opposizione di forze politiche di “centrosinistra” abituate a occupare e gestire posti di potere. Il che richiederà, per chi vorrà farlo, uno sforzo autorieducativo non indifferente.


Ha aperto la discussione sull’argomento il consigliere confermato per Altra Idea di Città e Ancona Città Aperta Francesco Rubini, che ha esposto come la bussola è e non potrà che essere il programma elaborato in questi anni nell’ascolto e riflessione sui problemi della città. Un contributo interessante da “esterno” ha portato il giornalista Pierfrancesco Curzi, che ha ripercorso le varie fasi da lui seguite direttamente della competizione elettorale. Notevoli anche i contributi, articolati dai vari punti di vista di una Sinistra che è e vuole restare unita e plurale, politica e civica, venuti da Alessio Moglie, Patrizia Santoncini, Mario Giandomenico, Margherita Baldoni, Giovanni Fraticelli, Lidia Mangani. Quest’ultima, concludendo tra gli applausi, ha invitato ad andare avanti con determinazione nello sviluppo di questa originale esperienza anconetana, arricchendo il confronto con altre esperienze similari in ambito nazionale, guardandosi dalle tentazioni ricorrenti di affidarsi ad ogni nuovo appuntamento elettorale al salvatore di turno.


La devastazione di questi anni sul piano culturale, nelle condizioni di lavoro e sociali, nella politica stessa è stata tale che la ricostruzione richiede un lavoro impegnativo e di lunga lena. Il PCI c’è e continuerà ad esserci, come ha sempre fatto, nell’interesse della maggioranza dei cittadini e delle cittadine.

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