L’UCRAINA STA MORENDO,ZELENSKY LA SVENDE ALL’OCCIDENTE

L’Ucraina sta morendo.
Dopo 500 giorni di guerra i dati macroeconomici e sociali ci forniscono un quadro catastrofico di quello che un tempo veniva definito il Granaio d’Europa.

L’economia sta collassando: la produzione di acciaio è ai minimi, il PIL è sceso di un terzo, la Hryvnia (valuta nazionale) si è svalutata e la popolazione abile al lavoro lascia il paese per sfuggire all’arruolamento.

Le città si svuotano, i villaggi fantasma si moltiplicano, le famiglie si spaccano e il tasso di natalità sta diminuendo drasticamente: l’Ucraina è entrata in una crisi demografica dalle proporzioni apocalittiche.

I dati sono drammatici: all’ indomani dell’indipendenza nel 1991, a seguito del crollo dell’URSS, l’Ucraina contava circa 52 milioni di abitanti.
Secondo il censimento del 2001 ne riportava 48,5 milioni, un numero che scese a 42 pochi mesi prima dell’Operazione speciale della Russia del 24 febbraio 2022.

Ma il fatto più allarmante degli ultimi 17 mesi di guerra, è il massiccio esodo di donne e bambini verso paesi esteri. Cio è dovuto anche al divieto di espatrio imposto dal Regime di Kiev a tutti i maschi tra i 18 e 65 anni. Ad oggi si stima che i residenti siano tra i 28 e 31 milioni.

In poco più di un anno l’Ucraina ha perso 14 milioni di residenti. È come se la Francia “perdesse” tutta Parigi.
Questa diaspora pregiudicherà sicuramente la ricostruzione dopo la fine del conflitto: penalizzerà la stabilizzazione economica, né minerà il sistema pensionistico.
Se non ci sono bambini, giovani e donne, non può esservi futuro: il tasso di fertilità, piombato allo 0,7 %, è uno dei più bassi al mondo.

Le maggiori esportazioni dell’Ucraina negli ultimi anni hanno riguardato metalli e grano. La produzione di fusione di acciaio e derivati nel gennaio 2023 ha avuto un crollo dell’85% rispetto a un anno fa.

Se verifichiamo i dati del 2021 la perdita economica di questo settore sono state del 200%: l’esportazione di metalli ferrosi nel 2021 ha fornito all’Ucraina 14 miliardi di dollari, nel 2022 – circa 5 miliardi.

L’indotto agroalimentare dell’Ucraina per un periodo è stato sostenuto dagli accordi e dagli alti prezzi del grano.
In tutto, le esportazioni agricole hanno portato all’Ucraina 44 miliardi di dollari nel 2022 ovvero 24 miliardi di dollari in meno rispetto al 2021.Tuttavia, senza accordi sul grano l’Ucraina difficilmente avrebbe piazzato più di 35 miliardi di valore e adesso quegli accordi non ci sono più.

Malgrado tutto il Regime di Kiev va avanti: addirittura le riserve finanziarie sono in crescita. Quale è il mistero statistico?

La realtà è che l’Ucraina come la conoscevamo noi non esiste più e l’Occidente ha creato un’entità completamente diversa.

Con una demografia in forte crisi e un volume ecomonico prossimo al collasso come fa a sostenersi lo Stato di Zelensky?

Nel 2022 l’Ucraina ha ricevuto dai paesi “amici” tra 28 e 32 miliardi di dollari e il suo debito pubblico è cresciuto da 57 miliardi di dollari (2022) a 71 miliardi di dollari (2023, + 14 miliardi ). Lo stesso scenario è previsto per il 2023.
Il bilancio dell’Ucraina prevede un deficit di 38 miliardi di dollari per il 2023 e Kristalina Georgieva ( FMI ) ha indicato un fabbisogno di finanziamenti esterni fino a 57 miliardi di dollari.

L’Ue ha già anticipato 3 miliardi di euro nel 2022 e presterà all’Ucraina 18 miliardi di euro nel 2023; gli Stati Uniti hanno gia stanziato 45 miliardi di dollari;
l’FMI potrebbe mettere in campo tra i 5-7 miliardi nel 2023.

Ovviamente questa montagna di soldi verrà erogata in cambio delle solite riforme strutturali e “garanzie”: vendita di terreni, cessioni delle più grandi banche statali a investitori internazionali, la privatizzazione di Energoatom (il monopolio dell’energia nucleare in Ucraina), cessione di sovranità a strutture internazionali sui settori finanziario e bancario locale.

Ovviamente, la “conditio sine qua non” fondamentale per queste “pompe di denaro” è proseguire la guerra con la Russia.

Con l’economia già’ sconquassata ben prima del conflitto, il Regime di Zelensky sta vendendo il prodotto nazionale “più richiesto dall’Occidente”: la guerra contro la Russia.

Questi servizi “pregiati” mandano avanti due economie parallele.
La prima è quella “NORMALE” – importazioni, esportazioni, industria, agricoltura e commercio – la seconda “ALTERNATIVA”
è dove circolano migliaia di prestiti e sovvenzioni finalizzati allo sforzo bellico. Centinaia di miliardi di dollari ed euro che praticamente finiscono nel nulla in un paese dove la corruzione è dilagante ed è sistema.

Quale è la merce offerta in cambio ? La morte di centinaia di migliaia di ucraini e la svendita di un’intera Nazione.

In conclusione, l’OCCIDENTE sta comprando la CARNE DA CANNONE contro la Russia e allo stesso tempo sI PREPARA A STRAPPARE i BRANDELLI più succulenti di quello che un tempo era il Granaio d’Europa.

Nel frattempo la Russia secondo i dati della Banca Mondiale avrà una crescita del PIL per il 2023 superiore a Germania e Gran Bretagna ed invertirà anche la sua curva demografica negativa: avendo annesso Crimea, Kherson, Zaporizzia, Lugansk e Donetsk la popolazione della Federazione Russa è passata da 146 milioni di persone a 154 milioni.

Non sappiamo come evolverà il conflitto, ma se non si dovesse arrivare ad un negoziato l’Ucraina potrebbe sparire dalla carta geografica, divorata dal grande capitale finanziario globalista e dalla sciagura della guerra.

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