Profitto più precarietà: un sistema spaventoso che produce morti sul lavoro

di Dipartimento Lavoro PCI

Questa notte 5 operai sono morti sul lavoro. Travolti da un treno mentre lavoravano alla sostituzione di alcune rotaie nella stazione di Brandizzo (TO) sulla tratta Milano-Torino.

https://www.rainews.it/articoli/2023/08/strage-sulla-linea-ferroviaria-torino-milano-treno-travolge-operai-5-morti-2-feriti-dc132293-579b-40fa-b522-84886a187562.html

Ma com’è possibile che si possa transitare mentre è in atto un lavoro sulle rotaie? Si parla di errore di comunicazione. Si dirà che è dovuto a qualcosa di imponderabile, di tragica fatalità.Del resto è sempre così quando succedono tragedie sul lavoro (sono ormai 620 – se non di più – i morti sui luoghi di lavoro da inizio anno – fonte Osservatorio nazionale morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli), “non si sa” di chi è la colpa e, allora, si invoca la sorte.

Poi ci si lascerà andare alle lacrime, alle necessarie condoglianze, alle promesse che queste cose non dovranno accadere mai più. E si parlerà al futuro, un futuro che non arriva mai. Perché queste tragedie accadono perché esistono altre priorità, perché si appaltano i lavori (che poi vengono subappaltati), perché tutto il lavoro è diventato precario, perché bisogna rischiare per avere un salario decente, perché gli investimenti si fanno da altre parti (nelle armi per esempio).

E poi, bisogna essere competitivi per garantire il profitto di chi ha in mano le leve del potere …Si abbia coscienza che se non si fa niente, se si rimane indifferenti (il riferimento è a chi governa e ha il dovere di agire), queste tragedie accadranno e sempre più frequentemente.Aumentare il numero di ispettori, fare formazione, controllare, prevenire e reprimere sono cose necessarie ma che restano sulla carta e quando vengono fatte è in maniera isolata e scollegata. In effetti se non si affronta la questione lavoro con un progetto di trasformazione del modello di sviluppo e del sistema, se non si danno le giuste priorità (che non può essere l’abbattimento dei costi e il profitto), se si insiste nel imporre la precarietà, se il lavoro diventa sempre più povero… ci resteranno solo le lacrime per piangere ognuno che muore sul lavoro e l’impotenza di fronte a queste stragi che diventeranno (per certi versi lo sono già) “normali”.Aspettare ancora e accontentarsi delle parole di chi comanda non è solo rassegnazione, è sconfitta, è viltà, è complicità.

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