SIGNA E LEHMAN, GEMELLI DIVERSI? NO, BROTHERS UGUALI!

Mentre i nostri giornalai di regime speculano sull’imminente crollo del mercato immobiliare cinese, nella vicina Austria crolla realmente.
Infatti, il 29 Novembre, Signa Holding ha presentato istanza di procedura di insolvenza. Ovvero, ha dichiarato fallimento. Ora, in Austria, hanno la possibilità di operare una ristrutturazione interna senza ricorrere ad un amministratore esterno. Ciò non toglie che, numeri alla mano, stiamo parlando del più grande crack della storia europea e si intravedono già le scosse telluriche a cascata, visto che gli istituti
di credito coinvolti sono molti, a partire da Julius Baer e Unicredit. E, quasi a rivedere un film già visto, immaginiamo politici, tecnici ed economisti correre in soccorso e suggerire le classiche manovre lacrime e sangue. Si, ma non per chi crea i problemi. I sacrifici saranno per piccoli risparmiatori, per i beneficiari di mutui, lavoratrici e lavoratori, mentre alti dirigenti e manager ne usciranno con le tasche piene e, magari tra un anno, con qualche benefit in premio, come quello elargito al proprietario e fondatore di Signa Holding, René Benko, “eroe” del turbocapitalismo del XXI secolo, prototipo dell’uomo di successo, brillante quanto piacente, anche se qualche scanduluccio giudiziario nell’armadio se lo porta dietro pure lui.

I nostri eroi sono altri, sono le lavoratrici e i lavoratori che producono la ricchezza reale, sono le studentesse e gli studenti che lottano ogni giorno per il diritto allo studio.
Questi eroi alternativi meritano un’alternativa politica al livello dei loro sforzi: costruire il Partito Comunista Italiano per una alternativa di società.

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