Filiera tecnologica e professionale: un disegno di legge governativo da ritirare, per il bene della scuola e del Paese!
di Paola Melchiori – Dipartimento Istruzione PCI
Presso la Commissione Istruzione del Senato della Repubblica si è svolta, il 5 dicembre, un’audizione sul disegno di legge approntato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sulla “Filiera tecnologica e professionale”, riguardante la riforma della scuola secondaria di secondo grado. Al termine la FLC CGIL ha espresso un giudizio fortemente negativo, invitando il Governo a “ritirarla nell’interesse del Paese e della scuola”. Condividiamo appieno giudizio e invito!
A quanto pare, il governo procede imperterrito nel suo disegno riformativo degli Istituti tecnici-professionali strutturato intorno al modello 4+2, cioè sulla creazione di percorsi scolastici quadriennali, seguiti da due anni da svolgere presso le cosiddette ITS Academy (ancora non si sa se pagati dalle famiglie o dallo Stato).
Seguendo la logica dell’alternanza scuola-lavoro, che abbiamo a più riprese criticato, l’obiettivo principale di tale riforma è un’istruzione impoverita e appiattita sulle esigenze del mercato del lavoro e del capitale. Da una riforma così concepita non potrà che risultare un forte impoverimento culturale del sistema istruzione!
In tale contesto, anche la funzione docente viene piegata alle esigenze delle imprese, che forniranno una quota di docenti con contratto d’opera e coprogetteranno l’offerta formativa delle scuole, anche indipendentemente dalle indicazioni degli organi collegiali. Di fatto una parte del servizio scolastico verrebbe esternalizzato,
Anche se apparentemente allettante per gli studenti, il percorso di studi abbreviato di un anno comporta inevitabilmente una formazione ridotta, più precaria e discontinua.
La scuola non deve certamente chiudersi al rapporto con la società e il mondo del lavoro, ma il punto cruciale è la forma di una tale apertura! Nella logica neoliberista, tale apertura si compie nel segno della subalternità della scuola al mondo aziendale, mentre sarebbe nell’interesse degli studenti e della società un’apertura di carattere dialettico, che mantenga la piena autonomia culturale e pedagogica della scuola! Va infatti sempre ricordato che compito e obiettivo primario della scuola, secondo il dettato costituzionale, non è formare forza-lavoro per il mercato, ma cittadini in grado di osservare la realtà che li circonda, elaborando delle categorie mentali per analizzare i fenomeni, per costruire uno spirito critico in modo da avere di se stessi e della società che li circonda una visione divergente e innovativa.